Prima della Scala stasera a Milano, tensione tra Sala e La Russa sulla presenza nel Palco reale, poi la tregua: saranno entrambi con Liliana Segre

La divisione ideologica dei posti sarebbe stato uno spettacolo (brutto) nello spettacolo (ci si augura migliore dell'altro)

Giovedì 7 Dicembre 2023 di Mario Ajello
Prima della Scala stasera a Milano, tensione tra Sala e La Russa sulla presenza nel Palco reale, poi la tregua: saranno entrambi con Liliana Segre

C'è voluto lo sforzo diplomatico di Ignazio La Russa per trovare una soluzione a una vicenda che rasentava il ridicolo. Ovvero la disfida dei posti a sedere per la "prima" della Scala.

In nome dell'antifascismo militante (sì, pare esistere ancora, ed è tutto dire) e dell'ora e sempre Resistenza da parte dei lavoratori scaligeri della Cgil («I fascisti non li vogliamo»), Maurizio Landini non intendeva sedersi nel palco delle autorità insieme ai membri del governo e al presidente del Senato, La Russa, e godersi stasera il Don Carlo di Verdi dai posti in platea. Il sindaco Sala, spiazzato, ha cercato di accodarsi in questa nuova geopolitica bizzarra dei posti in teatro, coinvolgendo nell'operazione anche la senatrice a vita, milanesissima, Liliana Segre. La divisione ideologica dei posti sarebbe stato uno spettacolo (brutto) nello spettacolo (ci si augura migliore dell'altro).

Tutto pareva precipitare ma ieri alla luce del rischio assurdità La Russa - che in assenza del presidente Mattarella sarà la più alta carica repubblicana alla "prima" della Scala nel palco reale verso cui sempre vengono rivolti gli applausi dei presenti e chissà se anche stavolta - si è attivato per trovare una soluzione e alla fine ha vinto quella che lui da giorni, e anche martedì sera alla manifestazione romana per Israele, aveva avanzato: far sedere Segre al centro del palco reale, dove da subito era stato riservato un posto. Così, anche Sala si è adeguato. Sarà anche lui nel solito posto d'onore tra le più alte cariche, e la pregiudiziale anti-fascista decade. E con Landini in platea, il terzetto La Russa-Segre-Sala, più Sangiuliano e altri ministri, guarderà lo spettacolo dall'alto come è sempre avvenuto. Non è esclusa ancora del tutto la possibilità di contestazioni, ma il lavoro diplomatico è stato ben fatto.
La mattinata non era partita bene. Il comunicato dei rappresentanti scaligeri della Cgil e della sezione Anpi della Scala, in cui veniva annunciato che non avrebbero partecipato «ad alcun cerimoniale di saluto istituzionale rivolto a chi non ha mai condannato il fascismo, le sue guerre coloniali, l'alleanza e la sudditanza al nazismo che ha generato leggi razziali e tanto lutto e miseria al popolo italiano», andava a colpire direttamente La Russa.

L'ATTACCO

Nel testo non figurava il nome del presidente del Senato, ma i "partigiani" landiniani e anpisti hanno confermato che a lui si riferivano rifiutandosi di essere presenti al consueto saluto da parte delle autorità al cast e alle maestranze. E fra gli orchestrali qualcuno ha anche immaginato qualche contestazione a La Russa da parte del pubblico che l'hanno scorso (come sempre negli ultimi anni) ha applaudito calorosamente Mattarella, che aveva accanto Giorgia Meloni.
A rigor di cerimoniale il posto centrale nel palco spetterebbe a La Russa, che però è riuscito a far passare la sua proposta: «Io sarei felice - ha detto - se la senatrice a vita Segre fosse presente al centro del palco d'onore, anche per ribadire la vicinanza e solidarietà che c'è in tutti noi sulle vicende mediorientali. Naturalmente questo dipende dalla signora Segre e da un invito formale del sindaco ma questo credo sia in itinere». Infatti così è stato. E anche Sala, che è il padrone di casa in quanto da sindaco è presidente del teatro, non ha rotto il protocollo cambiando posto. E ha così spiegato il suo atteggiamento iniziale: «Non stare sul palco d'onore per me non era un messaggio di polemica politica, avevo solo pensato che stare in platea con Segre fosse un segnale di vicinanza con la senatrice a vita». Ora invece, palco reale per lei, per La Russa e per Sala, che avrà alle sue spalle i ministri Salvini e Casellati e il presidente regionale Fontana. E magari si sentirà accerchiato.
 

Ultimo aggiornamento: 10:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA