Massimo Ceccherini: «Mi sono mangiato tutti i soldi che ho guadagnato. L'alcol? Dalla bestia non si guarisce ma mia moglie mi ha salvato»

L'attore racconta la sua vita turbolenta: "Sono molto attratto dalla morte. Ho 57 anni, sono vecchio".

Martedì 25 Aprile 2023
Massimo Ceccherini: «Mi sono mangiato tutti i soldi che ho guadagnato. L'alcol? Dalla bestia non si guarisce ma mia moglie mi ha salvato»

«Sono tormentato da quando mi alzo fino a sera, sogni compresi». Massimo Ceccherini, attore diventato celebre per film come "Il Ciclone" dove faceva coppia fissa con Leonardo Pieraccioni, racconta al Corriere della Sera la sua vita turbolenta, i problemi con l'alcol, le dipendenze da cui è uscito grazie alla moglie Elena: «Quando mi ubriacavo era impossibile tenermi.

Lei mi picchiava e fermava la bestia dentro di me. Picchia oggi picchia domani, il colpo di fulmine lo ebbi una notte. Ora ha cambiato lavoro all'ospedale di Prato, ma all'epoca la vedevo al mattino che si preparava indossando la divisa, dietro c'era scritto misericordia. E mi sono detto: Dio è arrivato. Ho avvertito la sua presenza. Devi essere pronto ad agguantare l'aiuto.

Sono passati otto anni. «Dalla bestia non si guarisce, però riesco a tenerla legata. Ho bisogno quasi sempre della presenza di Elena. Sono stato in Africa sul set di Matteo Garrone e mi son fatto mettere WhatsApp per poter fare le videochiamate a Elena e Lucio, perché non potevo portare il cane nel deserto». Lucio, il suo cane, abbandonato e raccolto in strada. «Mi ha salvato la vita. L'amore che ho per lui batte tutti quelli che ho avuto, ci dormo insieme, anche Elena lo ama. Poi ho un pappagallo che quando mi sente parlare comincia a fischiare, e una tartaruga.

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L'amicizia con Pieraccioni

«Facevo cabaret da giovanissimo con Alessandro Paci. Leo mi chiamò per un filmino amatoriale, io ero il santone che pregava in mezzo a un campo arato, lui mi guardava e ridevamo sotto un sole che picchiava. Rifacemmo quella scena trenta volte, presi l'insolazione. E' sempre andata così. Mi richiamò per I laureati , per andare al provino non avevo nemmeno i soldi per il taxi, me li diede mio padre. Poi arrivò Il ciclone, nessuno di noi immaginava che successo sarebbe stato. C'erano le ballerine protagoniste, ma io ero fidanzato e non potei fare niente».

 

L'alcol e i soldi

«Ho debuttato a 25 anni, ho girato una cinquantina di film. Mi sono sempre mangiato tutti i soldi guadagnati - racconta -  Ebbi un momento difficile all'Isola dei famosi, volevo vivere un'avventura sperduto nell'isolotto a pescare, la mia passione, anche se non mi ci vedevo lì. Avevo buone possibilità di vincere ma la vittoria non fa parte di me. Mi scappò la bestemmia che rovinò tutto e mi cacciarono.

La gente dello spettacolo 

«Mi schifava il giro di quelli che in tv sembrano tanti preti. Ma Roma l'ho amata subito. Era il paese dei balocchi di Pinocchio. Infatti sono diventato un asino. Quelli del cinema facevano feste nelle case e dopo Il ciclone ci arrivavo per qualche motivo. Mi sentivo schifato. Io nasco imbianchino col mio babbo, sai quando uno non è adatto, ecco».

La bestemmia all'Isola dei Famosi

«Mi vergognai, ne dissi una non cento. Con me si amplifica e amplifica. Nessuno per strada mi ha detto che avevo fatto schifo. E' una cosa nella natura dei toscani. Sai chi mi confortò? Roberto Benigni. Mi disse che con la bestemmia ero più vicino a Dio. Mica ce l'hai con l'Onnipotente. Dio non lo pigli in giro, lui lo sa che lo ami ugualmente. E di Alessio Meluzzi che parlando di Ceccherini disse che la bestemmia è una preghiera al contrario, dice: «E' un falso che non vi dico, mi chiamò al tempo del fattaccio. Mi passava i preti al telefono. Come se dovesse farmi un esorcismo. Mi leggeva pezzi della Bibbia, che tra l'altro conosco meglio di lui, ho un passato da Testimone di Geova, questo non l'avevo detto mai. Meluzzi voleva fare uno spettacolo con me, ma non capisce nulla del rapporto con Dio».

La morte 

«A casa seguo i film, mi piace leggere il cast, vado a vedere se gli attori sono morti. Sono molto attratto dalla morte. Ho 57 anni, sono vecchio. Quando morirò dovrò litigare con Pieraccioni, quella scena del Ciclone con la bara aperta, dove voglio morire se non mi porto a letto nemmeno una ballerina, mi ha marchiato a vita. Per colpa sua mi farò cremare».

I furti da ragazzino

«La rabbia è la cosa che mi tiene vivo. Le marachelle le facevo fin da piccolo, mi piaceva rubare, nei supermercati entravo e scappavo. Mica ammazzavo nessuno. Quando nei furti stavo facendo il salto, incoraggiato da quelli più grandi di me, mi sono fermato. Ero davanti a un appartamento vuoto, qualcuno da lassù, ovvero Dio, mi fermò. Così ridiscesi le scale e me ne andai».

Ultimo aggiornamento: 16:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA