Franco Nero: «Kevin Spacey distrutto senza prove, orgoglioso di avere creduto in lui»

L'artista italiano: "Sono felicissimo"

Giovedì 27 Luglio 2023 di F. Alò
Franco Nero: «Kevin Spacey distrutto senza prove, orgoglioso di avere creduto in lui»

Franco Nero e Kevin Spacey si sono incontrati nel 2022 sul set del secondo film da regista del primo, L’uomo che disegnò Dio, in cui il grande attore italiano interpretava un ritrattista cieco mentre Kevin Spacey era un poliziotto alle prese con un caso di presunta pedofilia.

Dopo il verdetto abbiamo sentito Nero, che si è detto «felicissimo per lui».

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Perché?
«Si è sempre dichiarato innocente e quindi penso che sia stato penoso affrontare l’ostracismo di Hollywood, e non solo. È un grande attore che non ha potuto lavorare per anni, provando un dolore immenso».

Come le sembrava durante le riprese del suo film?
«Era al settimo cielo. Mi sembrava un bambino per quanto era contento di poter di nuovo recitare in un film. Scherzava sempre con tutta la troupe. Con me fu subito umile e disponibile».

Lei che idea si fece?
«All’epoca, quando ero pervaso dal dubbio, pensavo che ognuno avesse diritto a una seconda possibilità perché nessuno di noi è senza macchie. Comunque, non avevo gli elementi per indagare a fondo la sua psiche e farmi un’opinione certa. Avrei tanto voluto entrare nella sua testa».

E ora?
«Ora penso che sia totalmente innocente. D’altronde lo hanno dichiarato tale non solo adesso in Inghilterra ma anche a ottobre negli Stati Uniti. Sono i sistemi giudiziari di due mondi -l’Europa e l’America- che lo hanno scagionato».

Che cosa pensa gli sia successo?
«È stato sfortunato perché si è trovato nel periodo caldo del movimento #MeToo quando tutto ciò che veniva commesso negli anni precedenti diventava colpa assoluta. Un tempo c’era una costante chiusura di un occhio da parte del sistema nei confronti di certi comportamenti. Poi la situazione è degradata ma in chiave opposta. Penso che lui non abbia avuto fortuna nel senso che si è trovato coinvolto in situazioni ambigue durante un momento storico sbagliato e cioè negli anni chiave del post #MeToo intorno al 2017».

Pensa che il Movimento #MeToo sarà ancora più ridimensionato da questa vicenda?
«Questo non lo so. Sicuramente non si può fare di tutta l’erba un fascio e penso che la problematica maggiore sia quando arrivano accuse di violenza sessuale dopo oltre vent’anni dai fatti riferiti. Io sospetto di persone che non parlano per 20 o 25 anni (il primo accusatore di Spacey, Anthony Rapp, si riferiva nel 2017 a molestie sessuali subite dall’attore risalenti al 1986, ndr). Questo è il punto chiave: non possono passare così tanti anni senza che le accuse arrivino con prove ben accertate».

Che ricordi ha della sua esperienza di lavoro con lui?
«Mi ha colpito quanto sul set mi continuasse a ringraziare. Era estremamente rilassato e affabile come se sapesse che alla fine sarebbe finita bene. Anzi era solito scherzare sul set indicandomi il suo agente e dicendomi: “Sai Franco, lui è molto più nervoso di me».

Lo vedeva sicuro di sé? 
Sì, totalmente. Un giorno mi disse: “Vedrai che un giorno avrò ragione io”. E ora sono contento che quel giorno sia arrivato».

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