Marcello De Angelis resta al suo posto. Dopo la bufera scatenata dalle affermazioni sulla strage di Bologna, in cui si è detto convinto dell’innocenza di Francesca Mambro, Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini - condannati in via definitiva per l’attentato del 2 agosto 1980 - il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio non farà alcun passo indietro, come continua a chiedere l’opposizione.
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LO SCONTRO
Insomma scuse ma niente dimissioni: parola invece evocata da subito dal Pd che ieri, con la consigliera del Lazio e coordinatrice della segreteria del partito Marta Bonafoni, definisce la scelta di Rocca di non revocare l’incarico «uno schiaffo alle vittime della strage di Bologna e ai familiari». «Non consentiremo di offendere la memoria e la verità», scrive sui social la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, mentre la segretaria Elly Schlein promette di portare la questione all’incontro col Governo di dopodomani, convocato sul salario minimo. Le scuse, a quanto pare, non sono bastate a placare le polemiche delle opposizioni che, dai banchi del centrosinistra, chiedono un consiglio regionale straordinario sul tema e che il presidente riferisca nell’aula della Pisana in merito alla decisione di confermare l’incarico. Per mezzogiorno di oggi il Pd ha convocato un presidio di protesta davanti alla sede delle giunta regionale, in via Cristoforo Colombo.
LE POSIZIONI
Rompe intanto il silenzio Fratelli d’Italia: ci pensa Giovanni Donzelli a spiegare che «la linea del partito è quella espressa nelle istituzioni», che esistono «una verità giudiziaria, un dibattito storico e qualcuno che ha dei dubbi su quelle sentenze», ma che lui non avrebbe mai scritto quel post. Anche nel Governo c’è chi appoggia la decisione di Rocca di confermare la fiducia al suo responsabile delle comunicazioni istituzionali. «Le sentenze vanno rispettate e lo ha ribadito, con la solita autorevolezza, il presidente della Repubblica - sostiene il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, intervistato da Sky Tg24 - Le affermazioni di De Angelis sono state, pertanto, gravi, con l’attenuante emotiva del fatto personale». Il tema delle dimissioni, «però, va inquadrato, a mio parere, nella giusta lettura e cornice - sottolinea Sisto - Le dimissioni non si possono imporre, meno che mai dall’esterno. È una scelta che, in piena scienza e coscienza, spetta, nella specie, solo al presidente Rocca e al dottor De Angelis, nell’ambito della loro sensibilità istituzionale».
LA LINEA
La posizione del sottosegretario alla Giustizia, esponente di Forza Italia, serve anche a chiarire la linea degli azzurri che in precedenza - con esponenti di primo piano come Maurizio Gasparri e Giorgio Mulè - si erano schierati per l’opportunità di un passo indietro da parte dell’ex direttore del Secolo d’Italia. «Ho trovato profondamente sbagliato chiedere il licenziamento di Marcello De Angelis colpevole, per così dire, di aver espresso la propria opinione - argomenta Giorgio Simeoni, consigliere regionale di Forza Italia e già vicepresidente della giunta del Lazio - per quanto le sue posizioni, chiaramente condizionate da vicende personali, non mi trovino d’accordo. De Angelis, come tutti al di là del colore politico, deve poter esprimere sempre liberamente il proprio pensiero, come stabilito dalla nostra Costituzione».
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