Berlusconi, i figli accettano senza riserve il testamento: a Marina e Pier Silvio il 60% del patrimonio. Intesa sull'eredità Fininvest

Nelle prossime ore la firma sulla ripartizione dell'impero secondo le volontà del Cavaliere

Sabato 9 Settembre 2023 di Rosario Dimito
Berlusconi, i figli accettano senza riserve il testamento: a Marina e Pier Silvio il 60% del patrimonio. Intesa sull'eredità Fininvest

Il patrimonio di Silvio Berlusconi verrà ripartito fra i cinque figli, secondo le sue volontà trascritte in tre testamenti, senza colpi di scena, grazie all’unione che hanno avuto da sempre. Marina e Pier Silvio, figli del primo matrimonio con Carla Elvira Dall’Oglio, Barbara, Eleonora e Luigi, figli della seconda moglie Veronica Lario, hanno raggiunto l’accordo sulla divisione dei beni attraverso un’accettazione pura e semplice.

Cioè senza la necessità di farlo con “beneficio di inventario”, una formula alla quale si ricorre quando l’erede intende adempiere alle passività del defunto nei limiti della quota ereditata. 

I legali dei primi due (Luca Fossati) e degli altri tre (Carlo Rimini), anche ieri si sono riuniti per completare la stesura dell’accordo sull’eredità, molto complesso data la quantità di beni e partecipazioni, alcune in società estere, che verrà siglato nelle prossime ore. Berlusconi è morto il 12 giugno e il testamento è stato aperto dal notaio Arrigo Roveda il 5 luglio. E’ possibile che su alcuni dettagli possa esserci una coda. Ma lo spirito è quello della compattezza.

LEGATI E PATTO DI CO-VENDITA 
Come disposto dal fondatore del gruppo sin dal primo testamento (2 ottobre 2006), ai cinque figli spetta la quota di legittima pari a un quinto mentre a Marina e Pier Silvio è destinata la quota disponibile dei due terzi sulla base di una proporzione che attribuisce ai fratelli maggiori il 60% dell’intero patrimonio e agli altri tre il 40%. Il tutto in nome della continuità gestionale. In base alla valutazione di Forbes, l’impero vale 6,8 miliardi di dollari (6,35 miliardi di euro), e dunque 3,8 miliardi sarà il valore dei beni destinati ai primogeniti, 2,55 miliardi quello dei figli di Veronica. Questo significa che il 53% della Fininvest, holding che possiede il 50% di MFE-Mediaset (valore di borsa 755 milioni), il 30% di Mediolanum (1,8 miliardi), il 53% di Mondadori (560 milioni), sarà assegnato a Marina e Pier Silvio in parti uguali, mentre il 47% va ai fratelli minori. 

 

Si arriva a questa suddivisione partendo dal 61,4% della holding di via Paleocapa intestato alle Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava facenti capo al cavaliere che sarà frazionato in proporzione: e quindi il 60% ai due fratelli maggiori e il 40% agli altri tre. Invece Holding Italiana Quarta è già di Marina (con il 7,65%), Holding Italiana Quinta di Pier Silvio (con il 7,65%) mentre il 21,42% è della Holding Italiana Quattordicesima divisa in parti uguali fra i tre fratelli. 

Il nuovo assetto azionario di Fininvest dovrebbe comportare alcuni ritocchi alla governance: nulla di rivoluzionario ma adattamenti dello statuto per il cambio di modello, da quello patriarcale in cui Silvio dettava le decisioni a una compagine nella quale convivono più azionisti seppure fratelli fra loro. Potrebbe poi essere introdotto il patto di co-vendita nel caso in cui arrivasse un’offerta per la maggioranza con specifici diritti ai tre fratelli e potrebbe essere stabilito il diritto di un posto in cda ai soci minori che oggi hanno sì due posti, ma per concessione di papà Silvio. Alla Fininvest fanno capo inoltre il 100% del Teatro Manzoni, la maggioranza del Monza calcio e società strumentali immobiliari e di aerei.

A parte queste partecipazioni, ci sono tante proprietà immobiliari detenute da società ad hoc (Dolcedrago, Idra), opere d’arte e barche. Per Villa Certosa, dove c’è una perizia di 250 milioni fatta per l’affrancamento, un’offerta superiore ai 300 milioni potrebbe essere accettata, visto che ha un costo di gestione mensile di 900 mila euro circa.

Nel testamento Berlusconi ha previsto tre legati: 100 milioni alla sua ultima compagna Marta Fascina, 100 milioni al fratello Paolo e 30 milioni all’amico di sempre Marcello Dell’Utri: per legge i legati non possono inficiare la quota di legittima, quindi in teoria dovrebbero farsene carico Marina e Pier Silvio.

Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 14:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA