Alfa a Sanremo 2024: «Mi bullizzavano. Ero grasso e timido, la musica è stata il mio rifugio»

Mercoledì 17 Gennaio 2024 di Mattia Marzi
Alfa a Sanremo 2024: «Mi bullizzavano. Ero grasso e timido, la musica è stata il mio rifugio»

«Sono nel vortice», sorride Alfa, alludendo ai tanti impegni promozionali che affollano la sua agenda in queste tre settimane che lo dividono dal palco dell'Ariston.

Dal 6 al 10 febbraio il 23enne cantautore e rapper genovese, vero nome Andrea De Filippi («Ma nessuna parentela con Maria»), sarà in gara tra i big del Festival di Sanremo con Vai!. Con 600 milioni di streams sulle piattaforme digitali, 175 milioni di visualizzazioni su YouTube e un mucchio di Dischi d'oro e di platino vinti grazie a hit come Cin cin e Bellissimissima, è uno degli idoli della Generazione Z che Amadeus ha deciso di portare tra i campioni. Il 16 febbraio uscirà il nuovo album Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato, otto giorni dopo dal Forum di Assago darà il via al suo primo tour nei palasport.


Quanto lo ha atteso questo vortice?
«A lungo. La prima porta sbattuta in faccia l'ho ricevuta nel 2017, sette anni fa. Mi presentai ai provini di X Factor. Non ero ancora maggiorenne: mi accompagnarono i miei genitori, che erano scettici sul mio percorso artistico».


Perché?

«Mamma è psichiatra, papà infermiere. Volevano che prendessi quella strada: studiavo medicina».

Cosa accadde a "X Factor?"
«Non andò bene. Fu difficile accettare quel fallimento davanti a loro e riconoscerlo. Ma non mi buttai giù. Non l'ho fatto neppure l'anno scorso, quando arrivai ad un passo da Sanremo Giovani: il giorno dell'audizione mi svegliai con una brutta influenza e fui costretto a ritirarmi».


Qualcuno sui social insinuò che si trattasse di una strategia per avere più visibilità e candidarsi direttamente tra i big quest'anno.
«C'è troppo complottismo in giro. Amadeus ha spazzato via ogni dubbio quando, annunciando la mia partecipazione, ha sottolineato che mi ha scelto perché gli è piaciuta la canzone. In questi mesi ho fatto più di cinquanta concerti, pubblicato tre singoli tra cui Bellissimissima: ho lavorato a testa bassa per conquistare questa opportunità. In Vai! canto che l'importante non è cadere, ma rialzarsi e riprendere a camminare».


È un manifesto per la sua generazione?
«Se lo diventerà ne sarò felice. La mia è una generazione con pochi punti di riferimento, poche strade. Ci troviamo a vivere nel pieno dell'esplosione dei social: c'è tanta rabbia, aggressività, insicurezza. Ma la mia musica non ha la pretesa di essere socialmente o politicamente impegnata. Non ho l'arroganza di rivolgermi alle persone convinto di lanciare un messaggio. Non sono un messia: racconto il mio vissuto».


E che vissuto è il suo?
«Ho avuto un'adolescenza complicata. Ero grasso e timido e per questo venivo bullizzato. La musica è stata la mia migliore amica, un modo per sfogarmi: non mi invitavano alle feste e io mi consolavo chiudendomi in cameretta a scrivere canzoni. La prima l'ho composta a 13 anni, ma era terrificante: per fortuna non l'ho mai fatta uscire. Anche quando ho avuto successo ho subito bullismo sui social. Mi dicevano: "Sei Benji & Fede, ma grasso". Grazie a mamma ho superato i traumi del successo precoce, arrivato nel 2019 con Cin cin. Ho lavorato molto sulla mia estetica: volevo iniziare a piacermi».


Ora si piace?
«Non dico che sono risolto, ma sto facendo un percorso verso l'accettazione. Parlo anche di questo nel nuovo album, che ho scritto tra l'Italia e la California: da fan degli OneRepublic, dei Lumineers e del primo Ed Sheeran sono volato a Los Angeles a esplorare l'ambiente che ha generato le più grandi hit pop di questi anni. Canto la bellezza della vita».


Si sente ancora un'alternativa alla mascolinità tossica della scena rap?
«Sì. Oggi che tutti ostentano e fanno i fenomeni, io vado fiero della mia normalità. E canto l'amore e i sentimenti. Sono un rapper atipico che non finge di essere ciò che non è. Ma il nome d'arte non è un riferimento al sentirsi maschio alfa».


E cosa significa?
«Ho fatto il classico, Alfa vuol dire inizio, principio. Ho un lato del mio carattere che mi porta ad essere eternamente insoddisfatto: qualunque sia il risultato, non mi basta mai. Per questo mi sento sempre all'inizio di qualunque cosa faccia».


Il bacio con Rosa Chemical nel video di "Snob", nel 2021, scatenò un putiferio social, anche perché la canzone e il video avevano poco a che fare con temi lgbt. Marketing o cosa?
«Era un bacio tra amici. Mi innervosì il fatto di dover subito specificare di essere etero. Non volevamo lanciare messaggi in quel senso, ma solo scherzare tra amici. Mi viene da dire che fu un bacio precursore di un altro molto più famoso, sempre di Rosa Chemical (ride)».

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