Sono 14 in quarantena Regione in emergenza

Domenica 23 Febbraio 2020
L'EMERGENZA
PORDENONE Il coronavirus è alle porte del Friuli Venezia Giulia, ma per ora non le ha superate. In regione ci sono quattordici casi ritenuti sospetti (undici a Udine, tre a Trieste), ma i due tamponi eseguiti ieri dai reparti specializzati degli ospedali di Udine (Santa Maria della Misericordia) Trieste (Cattinara) hanno dato responsi inequivocabili: tutti i pazienti che hanno presentato sintomi sospetti sono risultati negativi. Non hanno contratto il virus. In verità i tre di Trieste sono ancora in attesa del responso definitivo. Rimangono però tutti e quattordici in isolamento per precauzione, chi in ospedale (nei due reparti attrezzati di Trieste e Udine), chi nelle proprie abitazioni, ma solo se non in contatto diretto con altre persone. Si tratta di persone che sono venute in contatto con cittadini della provincia di Lodi oppure della Bassa Padovana, dove sono stati registrati la maggior parte dei contagi e le prime vittime. Tra loro anche tre cardiologi dell'ospedale di Udine, che di recente avevano partecipato a un corso di aggiornamento a Padova. In quell'occasione avevano avuto contatti con colleghi dell'ospedale di Schiavonia. Non è risultata positiva nemmeno la donna di Monfalcone - una cittadina cinese rientrata dalla Cina il 17 febbraio - che era rimasta in isolamento volontario sino a ieri, quando è stata visitata. Il coronavirus non è arrivato in Fvg, ma la paura del contagio sì. Per questo ieri la Regione ha preso decisioni drastiche.
LA SCELTA
Nel primo pomeriggio, il presidente Massimiliano Fedriga e il vicepresidente Riccardo Riccardi hanno firmato l'attivazione dello stato di emergenza. Sarà in vigore sino al 31 luglio e permetterà azioni immediate e snelle, senza la tortuosa burocrazia che in tempo di pace caratterizza gli atti pubblici. La decisione è stata presa «per fronteggiare il rischio sanitario, anche in considerazione dei primi casi di contagio nel territorio italiano e in particolare nel vicino Veneto e in esito della riunione del comitato operativo di Protezione civile». Una giornata infinita, quella vissuta ieri nella sede di Palmanova. Una riunione dietro l'altra per alzare ogni volta di più il livello d'attenzione.
LE AZIONI
Lo stato d'emergenza si è già concretizzato in una mossa: già da ieri la Regione è alla ricerca di due strutture per ospitare eventuali altri pazienti da isolare. La quarantena non è sempre possibile in casa, quindi è necessario individuare strutture adeguate, una a Udine e l'altra a Trieste, nelle vicinanze dei due centri epidemiologici accreditati. «Abbiamo già le prime indicazioni, ma dobbiamo essere sicuri che si tratti di luoghi idonei», ha spiegato il presidente Fedriga. Non ci saranno centri per la quarantena a Pordenone. Sempre in base alla dichiarazione dello stato d'emergenza, si potrà provvedere in tempi brevi alla riapertura delle graduatorie: un passaggio cruciale, questo, che permetterà di potenziare i reparti con una specie di infornata di infettivologi. Anche la centrale del Nue 112 di Palmanova sarà dotata di più personale. Al Pronto soccorso potranno essere creati gli accessi separati.
LE PAROLE
«Contattare il 112 se si ritiene di essere in una situazione sospetta, non recarsi dal medico di base e in Pronto soccorso. Gli esperti risponderanno e faranno una prima analisi dando le valutazioni adeguate al caso», ha spiegato Riccardi ieri mattina. «Non dobbiamo cedere agli allarmismi - ha proseguito il vicepresidente della Regione - ma restare estremamente vigili per arginare l'eventuale ingresso del coronavirus in Friuli Venezia Giulia. Tutti i pazienti che rappresentavano casi sospetti stanno bene e sono risultati negativi».
LA DOCCIA FREDDA
Niente da fare, invece, per quanto riguarda i controlli alle frontiere stradali richiesti dal presidente Fedriga. Il governo ha detto no. «Abbiamo preso atto della risposta del premier secondo cui, al momento, rispetto alle informazioni acquisite e al livello di contagio, la misura è da escludere». Queste le parole riferite dal presidente della Regione dopo la risposta arrivata direttamente dal premier Giuseppe Conte.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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