Il giallo italiano, genere testimone della realtà

Sabato 19 Settembre 2020
IL DIALOGO
PORDENONE Si fa presto a parlare di giallo italiano, ma cos'è e quando è iniziato? Se comunemente si fissa la nascita intorno a metà 800 con i resoconti dei grandi crimini, non manca chi (soprattutto all'estero) pone l'Inferno di Dante come capostipite della letteratura horror e fantasy mondiale, e chi(come Edgar Allan Poe) pone I promessi sposi come uno dei primi esempi di noir storici italiani. Con Storia del giallo italiano (Marsilio) Luca Crovi, uno dei massimi esperti del genere, racconta in maniera assai godibile - sembra quasi un romanzo - il lungo percorso del giallo che ha conosciuto e conosce una fortuna forse inaspettata. Di giallo e di noir si è parlato ieri a pordenonelegge nell'incontro con Luca Crovi e lo scrittore Tullio Avoledo, autore del recente noir Nero come la notte (Marsilio), condotto dal giornalista Lorenzo Marchiori, che ha posto ai due ospiti una serie di domande sia sul perché Crovi abbia scritto una sorta di summa teologica del giallo italiano (ma non mancano certo i riferimenti internazionali), sia la ragione per cui Avoledo sia arrivato a un noir cattivissimo. Nella sua ricostruzione della dettagliatissima storia del giallo, Luca Crovi afferma: credo che la realtà fatta di giustizie e ingiustizie, di atti eroici e azioni criminali abbia costituito nel tempo la robusta colonna vertebrale del giallo italiano, un genere che ha permesso agli autori di mostrare pregi e difetti del paese Italia, costumi e malcostumi, e che ha scelto di narrare il nostro territorio attraverso le sue città e i caratteri delle persone che le abitano scegliendo investigatori singolari che sono diventati beniamini del pubblico ma anche testimoni di cambiamenti della nostra civiltà».
FIGLI DELLA MONDADORI
Tullio Avoledo, un po' come tutti, è figlio dei Gialli Mondadori, ama il noir americano, meno quello inglese e per nulla Agatha Christie. «I gialli sono caratterizzati - dice - da dialoghi serrati. Ammetto che mi hanno ispirato per i miei romanzi, pieni di dialoghi e talora con poche descrizioni. In quanto al mio noir, esso è cattivissimo - ma a ben vedere ha anche personaggi buoni, nascosti proprio come nella realtà - perché viviamo tempi non felici, quando si pretende che la cultura produca ricchezza e non il contrario. Il mio libro allora diventa una metafora: il responsabile del delitto è il responsabile del male sociale».
Marchiori incalza i due scrittori: da Crovi vuol sapere di più sulla storia del giallo. Partito in quarta tra Otto e Novecento, il genere ha avuto una battuta d'arresto durante il fascismo, che non ammetteva che ci fossero assassini italiani e se c'erano dovevano essere pazzi, per rinascere alla grande negli anni Cinquanta con Carlo Emilio Gadda e il suo Pasticciaccio brutto de via Merulana col quale non solo ha costruito un grande giallo, ma ha fatto anche una operazione linguistica, utilizzando il romano popolare. Da lì, poi, sarebbe seguito tutto il filone dell'utilizzo delle lingue locali, il caso più clamoroso dei quali è forse il Montalbano di Camilleri.
SERIE A E SERIE B
Dopo di che si apre il capitolo dedicato al capire se il giallo sia letteratura di serie A o B: «I critici - interviene Avoledo - non amano divertirsi e davanti a un libro che diverte si fermano, non riescono a sopportarlo. E siccome i gialli sono anche divertenti oltre che avvincenti i critici non esitano a collocarli nella serie minore. Nei gialli ci sono, invece, tecniche narrative originali». Anche se - fa notare Marchiori - oggi il genere è sdoganato e nessuno può affermare che quei libri non siano letteratura. C'è il rischio che la letteratura gialla faccia morire l'altra? Per Luca Crovi «è un segno dei tempi. Dopo la guerra si scriveva di Resistenza o delle vicende pre-durante-post la guerra, oggi non ci sono motivazioni così alte su cui concentrarsi e allora è naturale che il giallo prenda il sopravvento. Chi si sta cimentando nella vicenda Covid non ha riscontro: manca ancora la giusta distanza per parlare della tragedia che abbiamo vissuto tutti noi».
CURIOSITÀ
Infine la differenza tra giallo e noir: «Iin Italia non si fa distinzione - dice Crovi - ma se vai in Giappone e chiedi un giallo ti portano un libro porno».
Nico Nanni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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