Capitale della cultura, i dubbi di Salvador

Lunedì 6 Gennaio 2020
Capitale della cultura, i dubbi di Salvador
CONSIGLIO
PORDENONE «Fa piacere che l'Amministrazione e l'assessore alla cultura Pietro Tropeano abbiano fatto propria l'idea di Pordenone 1291 di partecipare al bando per Capitale italiana della Cultura». A sottolinearlo è il consigliere comunale (Pordenone 1291) Marco Salvador che puntualizza: «Lo scopo con il quale la nostra lista propose di parteciparvi fu però quello di presentare un progetto che sovvertisse l'idea della cultura solo legata ad aspetti artistici e politiche degli eventi, rimescolando così le carte e facendo emergere le molte potenzialità che la città e il suo territorio possiedono. Soprattutto c'era l'intento di veicolare un'idea di cultura più articolata e complessa evitando di cadere nei luoghi comuni». «Attraverso la commissione consiliare - prosegue Salvador - proponemmo un documento preparatorio incentrato sul legame dell'acqua con territorio e città; l'acqua è l'elemento che ha determinato il nostro assetto urbanistico e la nostra economia, fornendo energia alle fabbriche qui si inserisce l'archeologia industriale e caratterizzato così il nostro tessuto sociale». Salvador ricorda la richiesta di partire da questa proposta «per costruire il progetto di partecipazione al bando, inquadrandolo non solo in chiave storica ma come motore di sviluppo: l'acqua, e la sua gestione, saranno i temi che caratterizzeranno il futuro delle comunità nell'ottica dei cambiamenti climatici e non solo». Ma alcune affermazioni dell'assessore Tropeano non convincono il consigliere dell'opposizione: «Sono citati i temi di archeologia industriale e acqua, in linea con il documento preparatorio della commissione consiliare; peccato che il documento preparatorio di Villaggio globale (agenzia incaricata della regia al bando) nessuno dei due temi sia nominato, anzi in commissione è stato detto che l'acqua non sarà il fulcro progettuale. Il documento di Villaggio globale fa una sintesi una po' disarticolata tra il nostro patrimonio di grandi eventi e una non ben specifica internalizzazione della città, accorpando poi vivai e barbatelle con il design. È necessaria una scelta». Secondo Salvador «l'assessore inserisce giustamente l'archeologia industriale tra i tempi centrali assieme un'ipotetica rigenerazione urbana in atto. Ma ci sono evidenti contraddizioni tra ciò che sostiene Tropeano e quello che concretamente fa la giunta a cui appartiene. Infatti, oltre a non capire a quale rigenerazione urbana fa riferimento l'assessore, l'amministrazione non ha battuto ciglio sull'abbattimento delle ex tintorie di Torre (a cui si è aggiunta sembra erroneamente anche una parte della ciminiera). Speriamo che la volontà e l'entusiasmo dell'assessore Tropeano possano facilitare una chiara scelta sul tema da perseguire e superare le contraddizioni tra l'operato della sua giunta e le intenzioni del bando».
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