SULL'UDINESE L'INCOGNITA DI UN MERCATO AL RIBASSO

Giovedì 2 Aprile 2020
SULL'UDINESE L'INCOGNITA DI UN MERCATO AL RIBASSO
CALCIO SERIE A
UDINE La Serie A continua a interrogarsi sul se e quando ripartirà la stagione per concludere il campionato bloccato dall'emergenza Covid-19, ma al contempo c'è anche da pensare a quale evoluzione potrà subire il calciomercato. Sì, perché sono molteplici le opzioni sul banco, compresa quella che porterebbe alla creazione di una finestra lunga addirittura 6 mesi, fondendo insieme quella estiva con quella invernale di inizio 2021.
Sarebbe questa una decisione drastica, che raccoglie alcuni pareri favorevoli e altri contrari. Di sicuro una scelta così netta cambierebbe totalmente l'approccio alla stagione stessa, con i calciatori sempre possibili partenti, e di conseguenza anche meno concentrati, con influenze dirette anche sul lavoro quotidiano e sull'essenza stessa della propria professione.
CARTELLINI RIDOTTI
Qualche tempo fa aveva chiarito in maniera netta la propria posizione personale anche il dt dell'Udinese Pierpaolo Marino: «Per almeno un anno dobbiamo dimenticarci operazioni da 100 milioni di euro. Ammesso che ci sia una finestra ad agosto, per me si potrebbe andare direttamente a gennaio, visto che sarà un mercato di recessione: il giocatore da 50 milioni diventerà un pezzo da 30». Di contro ci sarà però la necessità per più di qualche società di monetizzare e di fare delle plusvalenze. E per farle in maniera celere ci sarà bisogno anche di vendere qualche pezzo pregiato; uno scenario che potrebbe portare l'Udinese, per fare un esempio concreto, a rivedere la propria valutazione di un talento come Rodrigo De Paul. Dopo aver rifiutato offerte vicine ai 30 milioni, ora la società bianconera, nella prossima finestra di mercato, potrebbe anche essere costretta a sacrificare il suo talento principale per almeno una decina di milioni di euro in meno. Discorso simile potrebbe farsi per Musso, ma perché con ogni probabilità tutti i cartellini dei giocatori saranno in discesa. Bisognerà perciò poi capire chi potrà avere la forza di trattenere i propri gioielli e chi invece dovrà pensare alle cessioni per far ripartire la macchina societaria una volta risolta l'emergenza sanitaria.
ALTRI PARERI
Sulla questione dell'evoluzione del calciomercato si sono espressi tanti esperti del settore, a cominciare dallo juventino Fabio Paratici, che aveva ipotizzato un mercato simil-Nba, fatto soprattutto di scambi tra società, variante che agevolerebbe i club tedeschi, che hanno un'economia generale più solida alle spalle. Della stessa linea di pensiero era stato l'ad nerazzurro Beppe Marotta, che ha indicato l'investimento di risorse nel vivaio come mezzo per uscire da una potenziale crisi sul mercato. Contrari al mercato sempre aperto anche Carnevali del Sassuolo e Tare della Lazio, dal momento che, in un'ottica di valutazioni e contratti che saranno già di per sé al ribasso, non avrebbe senso annacquare ancora di più la situazione con una finestra di mercato lunga sei mesi, che nel corso degli ultimi giorni ha perso forza come ipotesi, pur restando viva.
PROSSIMO FUTURO
Per ora la volontà generale, nonostante molte società di Serie A pensino già a una stagione conclusa dal punto di vista sportivo, è di provare a finire i campionati europei, salvaguardando con essi prodotti costosi e difficilmente sacrificabili come Champions ed Europa League. L'Uefa ha posto come principio generale quello di provare a tutti i costi a concludere il campionato, sempre qualora l'evoluzione della pandemia lo permettesse. Il piano strategico della Serie A è quello di provare a tornare in campo con gli allenamenti intorno al 18 aprile e, un mese abbondante dopo, il 24 maggio giocare il resto del campionato ogni tre giorni, a porte chiuse e in campo neutro per le squadre di zone delicate, come Atalanta e Brescia soprattutto. Una volta capito se si riprenderà o no, sarà il momento di valutare il futuro del calciomercato.
Stefano Giovampietro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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