DOCUMENTARIO
CASARSA Il documentario In un futuro aprile, dedicato agli anni

Mercoledì 17 Giugno 2020
DOCUMENTARIO
CASARSA Il documentario In un futuro aprile, dedicato agli anni giovanili di Pier Paolo Pasolini, ha ricevuto lunedì sera, a Bologna, la Menzione speciale della Giuria Biografilm Italia al Biografilm Festival 2020. Un esordio che fan ben sperare per il film diretto da Francesco Costabile e Federico Savonitto, prodotto da Altreforme (Udine), in associazione con il Centro studi Pier Paolo Pasolini, Cinemazero, Archivio Audiovisivo del Movimento operaio e democratico, Kublai Film. E che è di buon auspicio anche per contribuire a far conoscere il Friuli, che con il suo contrasto fra presente e passato, è protagonista di questo lavoro, come a testimonianza di ciò che resta e di ciò che è andato irrimediabilmente perduto.
Il documentario ha ottenuto il supporto del Fondo Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, della Fvg Film Commission, di Fondazione Friuli ed è distribuito a livello internazionale da CAT&Docs (Parigi).
In questa edizione del festival, che si è svolta interamente on-line, tutti i film della rassegna hanno avuto la loro anteprima nella sala virtuale del Biografilm Festival, su piattaforma MYmovies. La proiezione via Internet di In un futuro aprile ha registrato la partecipazione record di oltre 1.730 spettatori, con un riscontro molto positivo. Nei commenti del pubblico gli aggettivi più utilizzati per recensire il documentario sono stati: intenso, poetico, delicato.
La storia del giovane Pasolini, raccontata dal cugino e poeta Nico Naldini, è stata supportata dal lavoro accurato dei registi nella costruzione delle sequenze visive, nella scelta dei materiali d'archivio e soprattutto dei testi pasoliniani, che nel film vengono recitati magistralmente dall'attore Daniele Fior.
«In un futuro aprile dicono nelle note di regia Francesco Costabile e Federico Savonitto - è il racconto della nascita della produzione poetica di Pasolini, della sua formazione, dell'impegno politico e pedagogico e dei suoi primi scandali. L'impianto registico cerca di ricostruire da un lato il racconto biografico dell'artista, attraverso i documenti e la testimonianza di Nico Naldini, dall'altro di rievocare la dimensione poetica dei suoi testi attraverso una partitura visiva quasi musicale che accompagna tutto il documentario».
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