Un'attività chiusa ogni quattro giorni: a passarsela peggio i negozi di vicinato

Venerdì 7 Febbraio 2020
Un'attività chiusa ogni quattro giorni: a passarsela peggio i negozi di vicinato
FRONTE IMPRESE
BELLUNO Il quadro complessivo resta quello della contrazione. I numeri confermano che il perimetro delle imprese continua a restringersi anno dopo anno. Nel 2019, al netto del fisiologico e inevitabile turnover, sono 61 i negozi persi nel Bellunese. Ed è questo il dato che allarma di più la Camera di commercio che ieri ha diffuso il report annuale. Segno meno anche per le aziende artigiane, 48 quelle perse negli ultimi dodici mesi. In totale le attività economiche sulle quali è stata tirata una riga nera sono 97: praticamente lo scorso anno, ogni quattro giorni, una ha abbassato la serranda per non rialzarla più. A fronte della sfilza di segni meno la Camera di Commercio di Treviso e Belluno evidenzia che c'è anche qualche segnale positivo e di attrattività: che riguarda il comparto alloggio e ristorazione, un settore fortunatamente in crescita nel territorio. Non è escluso che a pesare in questo rilancio possano essere state l'attesa e l'entusiasmo per i grandi eventi.
GLI INTERVENTI
«Per la provincia di Belluno - spiega Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Belluno Treviso - abbiamo varato misure a sostegno, soprattutto per le attività polifunzionali nelle aree di montagna, con un bando gestito assieme alla Provincia di Belluno che ha generato 72 domande di contributo. Sul fronte delle imprese artigiane prosegue Pozza siamo confortati dal fatto che le flessioni risultino in attenuazione rispetto a quelle di un anno fa». Il quadro, comunque, rimane quello in cui i numeri raccontano di criticità diffuse. Ma a voler cercare nella colonna con il segno positivo si trova anche un aumento delle unità locali dipendenti: sono 77 le catene o i nuovi franchising che hanno aperto nel territorio.
IL COMMERCIO AL DETTAGLIO
La situazione di difficoltà più marcata nel commercio al dettaglio, anche se le chiusure (97 nel 2019) sono state circa la metà del 2018 quando erano state 186, con l'agricoltura che non sposta, in questo caso, grandi numeri. Si conferma la tendenza delle costruzioni, invece, a ridurre l'emorragia delle imprese (-14 nel 2019, contro le -57 nel 2018). Segno meno anche per il settore della manifattura -22 sedi e dei servizi alle persone, -17. «Vanno bene - spiegano dalla Camera di Commercio - i servizi alle imprese ed il settore alloggio e la ristorazione, rispettivamente +25 unità locali e +11 sedi d'impresa».
I FLUSSI
Ad emergere, rispetto al 2018, sul fronte di iscrizioni e cessazioni volontarie è un maggiore dinamismo. Le iscrizioni sono passate da 703 a 766 unità, sul fronte delle cessazioni non d'ufficio si è passati da 922 a 872 unità). «A fronte di un saldo complessivo negativo - prosegue l'analisi dell'Ente Camerale - fra iscrizioni e cessazioni è da sottolineare che l'analisi per forma giuridica evidenzia un saldo positivo per le società di capitali con un tasso di crescita del 2 per cento».
A.Z.
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