«Tragedia che si poteva prevedere»

Domenica 5 Luglio 2020
«Tragedia che si poteva prevedere»
LA TESTIMONIANZA
MESTRE «Era immaginabile». È una voce bassa e spezzata dal dolore quella che accompagna faticosamente i pensieri del signor Francesco, padre di Gemma, l'ex moglie di Andrea Baldan, ucciso in strada a Oriago di Mira nella notte tra venerdì e sabato da due colpi di pistola esplosi da Simone Meggiato, l'attuale compagno della donna. «Non so davvero cosa dire - prosegue affranto l'uomo - siamo sconvolti, non doveva proprio andare a finire così, ma da quando si erano separati Andrea ne aveva combinate di tutti i colori, continuava a disturbare pesantemente mia figlia e la sua nuova vita, in qualunque modo possibile, non se la metteva via, non si rassegnava alla conclusione di questa relazione. Non sarebbe assolutamente dovuto succedere - ripete senza darsi pace - ma sono più che convinto che fosse in qualche maniera prevedibile, perché tanti sono gli uomini, come Andrea, che considerano le donne come una loro esclusiva proprietà, e le tormentano, rovinando loro l'esistenza anche quando la storia è ormai terminata. La mia Gemma - racconta - è scioccata per quanto accaduto, e completamente distrutta per i suoi figli, i miei due nipoti. Lei e Simone - aggiunge in conclusione - sono vecchi compagni di scuola, e lui è un ragazzo veramente a posto, molto tranquillo, perbene, che tuttavia purtroppo ha commesso un terribile sbaglio, non doveva scendere in strada per nessuna ragione al mondo, doveva essere forte, resistere, rimanere in casa, evitando quel tragico incontro notturno, perché Andrea era alto due metri, con un torace gigantesco, e quando una potenza muscolare così devastante ti minaccia di morte, la situazione può risultare davvero difficile da governare e gestire per chiunque».
RITRATTO CONTROVERSO
Un ritratto, questo di Andrea, che stride con quello tratteggiato da parenti e amici che lo dipingono come un mite, un buono, uno che non attacca briga. Ma forse anche la persona più solare e gioviale, se messa sotto tensione e se minata dalla profonda sofferenza, può trasformarsi e mostrare un lato di sé che magari non sa nemmeno di avere.
Al telefono Gemma risponde, ma ha la voce provata. E' gentile ma ferma: «Non rilascio dichiarazioni, non insista». Fra le prime che l'ha contattata c'è l'avvocata Tiziana Nordio, che difende Simone Meggiato, l'uomo che da alcuni mesi è diventato il suo nuovo compagno e che ora è rinchiuso in una cella del carcere di Santa Maria Maggiore con l'accusa di omicidio volontario del padre dei suoi due figli. «E' sconvolta per quanto successo - spiega la legale - e l'unico suo pensiero è per i figli, per il dolore che tutta questa vicenda ha provocato loro. Nonostante la situazione difficile, Gemma non aveva mai ostacolato il rapporto del padre con i figli».
Luca Bagnoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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