Tallio killer, altri due intossicati

Mercoledì 15 Novembre 2017
Tallio killer, altri due intossicati
IL CASO
UDINE Il tallio killer che ha causato terribili lutti nella famiglia Del Zotto, a partire dal settembre scorso, ha colpito ancora. Nella giornata di lunedì, infatti, sono stati ricoverati nel reparto di Medicina, nell'ospedale di Desio, altri due parenti. Si tratta di marito e moglie, P.A., di 84 anni, e P.M.L. di 81 anni, anche loro residenti a Nova Milanese. Si tratta dei suoceri del fratello di Patrizia Del Zotto, la prima vittima di questa terribile vicenda.
La coppia di coniugi, che fino ad oggi non era stata controllata, ha accusato dei malori e si è recata in ospedale, a Desio, per sottoporsi, per precauzione, al test del tallio, come avevano fatto in precedenza tutti i membri della famiglia. L'esame è risultato positivo. Entrambi sono stati avvelenati dal tallio e sono ricoverati nel reparto di medicina. Le loro condizioni non sono critiche, ma si teme per la loro età e per un aggravamento legato ad altre eventuali patologie di cui porrebbero già soffrire. La coppia di coniugi, e qui c'è una prima svolta nella complessa inchiesta, non era mai stata in vacanza a Santa Marizza di Varmo, paesino della Bassa Friulana dove, fino a oggi, si sospettava che la sfortunata famiglia Del Zotto fosse entrata in contatto con il tremendo veleno, o ingerendolo, o respirandolo.
Tutti i componenti della famiglia, compresa la badante, che avevano soggiornato nella casa di famiglia di Santa Marizza lo scorso mese di agosto erano risultati positivi al tallio. Gli altri invece, cioè i parenti che erano rimasti a Nova Milanese, stavano tutti bene.
Da qui l'attenzione puntata sul Friuli, con prelievi di acqua del pozzo artesiano, di polveri, animali morti come insetti, sacchetti di topicida aperti e chiusi, escrementi di piccione e l'esame sui filtri, oltre al sequestro della casa e della tenuta.
I test eseguiti sui campioni prelevati nell'abitazione di Santa Marizza di Varmo in parte hanno già dato esito negativo: i filtri del deumidificatore e del condizionatore, usati in tutto quel lungo mese di agosto, non contengono il micidiale veleno; anche lacqua del pozzo, unica fonte di approvvigionamento per tutte le utenze dell'abitazione, era subito risultata buona, rassicurando tutta la comunità di questo piccolo borgo agreste. Si attendono invece ancora gli esiti dei test su tutti gli altri campioni che sono stati inviati dai carabinieri della stazione di Rivignano e della Compagnia di Latisana, comandata dal maggiore Filippo Sautto, a un laboratorio lombardo.
Nelle prima fasi di questa complessa inchiesta l'attenzione degli inquirenti era finita sul piccolo paesino agricolo di Santa Marizza perché alcuni membri della famiglia Del Zotto avevano segnalato la presenza, in prossimità della tenuta estiva di Varmo, di un fienile frequentato da un gran numero di piccioni. In realtà l'ambiente era poi risultato pulito e anche negli escrementi di questi volatili, che contengono il terribile veleno, non era stato ritrovato in quantità così rilevante. Tante sono state le ipotesi formulate in queste settimane, tutte senza fondamento, almeno sino a oggi.
Tra queste anche il consumo di una purea di patate cucinata a Santa Marizza, che poteva essere stata in qualche modo in contatto con un pesticida contenente il tallio.
Paola Treppo
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci