SELVA DI CADORE
Isolato e diviso in due, tanto che il sindaco Silvia Cestaro

Venerdì 2 Novembre 2018
SELVA DI CADORE
Isolato e diviso in due, tanto che il sindaco Silvia Cestaro non è riuscita nemmeno a raggiungere il Municipio. Così si presentava Selva di Cadore dopo il disastro di lunedì. Il paese è ancora senza corrente, senza telefoni e inn parte senza acqua: chi si avventura fino a lì lo fa a proprio rischio e pericolo, in mezzo a frane e alberi caduti. E così è stato il sindaco, ieri, a avventurarsi con coraggio, arrivando fino ad Agordo, per procurare dei medicinali salvavita per un suo cittadino malato di cuore. L'abbiamo raggiunta al telefono proprio in quel momento, perché poi la comunicazione, quando è tornata a casa, si è di nuovo interrotta. E ieri la nuova prova per il paese: evacuati gli abitanti di Solator e l'Aiva, per una frana che da anni interessa la sp 20 tra il bivio di Villa e Solator (che ieri è stata chiusa) e che ieri minacciava le case.
LA TESTIMONIANZA
«Mi sono sembrate le prove generali dell'apocalisse». Così il sindaco Silvia Cestaro racconta quanto vissuto in questi 4 giorni di emergenza. «Lunedì notte ci siamo trovati - racconta - con il paese spaccato in due con una frana grossa sulla regionale, che divide il paese. Io sono rimasta da una parte e il Coc (Centro operativo comunale) era dall'altra. I vigili del fuoco sono passati dalla frana, era grossa di 400 metri, lunga, ma loro sono riusciti a raggiungere il Coc per poter avvertire che ero dall'altra parte. Perché non ci sono comunicazioni e non sapevamo cosa succedesse da una parte o dall'altra. Questo è quanto accaduto lunedì notte». Il giorno dopo il sindaco è riuscita a raggiungere il Coc. «Abbiamo la fortuna - spiega - di avere due ditte grosse ditte (Selva scavi e Martini) che hanno lavorato per liberare la strada e passare».
LA FRANA
Ma risolta un'emergenza ieri ne è arrivata un'altra: la frana sulla sp 20. «Si tratta di una frana che era già partita qualche anno fa tra il centro di Selva e la località Solator - spiega il sindaco -, ma la Provincia non ha più fatto interventi: la fessura che si trova a circa metà della carreggiata si era aperta di quasi 10 centimetri. È stata chiusa la strada e evacuati gli abitanti. Erano presenti ancora solo 8 persone: tutti hanno trovato alloggio da parenti. Erano rimasti solo loro, perché tanti sono andati via prima, rifugiandosi in altri comuni da parenti».
SENZA NULLA
«In questi giorni qui siamo senza acqua, luce telefono - prosegue il sindaco -. Manca tutto. L'acquedotto si era rotto in 4 parti e siccome sotto c'è una frana, un'altra rispetto a quella sulla provinciale, che è comunque monitorata, abbiamo deciso di chiudere per evitare disastri ulteriori. Così prima tutta Selva era senza acqua, ora sono rimaste a secco solo 3 frazioni più piccole». Il sindaco ieri è andato a Agordo per procurare farmaci urgenti per un suo cittadino. «Avevamo chiesto ossigeno e questi farmaci salvavita - spiega -. L'ossigeno è arrivato, ma i medicinali no».
IL LUTTO
E la comunità già fortemente provata ha pagato anche il prezzo più caro in questa ondata di maltempo: è di Selva la terza vittima. Valeria Lorenzini, classe 1936, di Pescul. La donna, mercoledì, era rimasta travolta da una pianta pericolante che il figlio, Franco Buigo, stava tagliando in un bosco non distante dalla propria abitazione.
Olivia Bonetti
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