SALVAGUARDIA
MESTRE Tra poco in città ci saranno cinque commissari straordinari

Mercoledì 23 Giugno 2021
SALVAGUARDIA
MESTRE Tra poco in città ci saranno cinque commissari straordinari governativi: due per il Mose, uno per le Grandi Navi, uno per la bretella ferroviaria dell'aeroporto e uno per la Zls di Porto Marghera. Se si aggiunge l'Unesco che ha messo sotto tutela il Governo italiano e, con lui, l'intera laguna, ne vien fuori una Venezia commissariata, e i suoi pochi residenti incapaci di decidere del proprio destino. Così il prefetto Vittorio Zappalorto ha deciso di convocare gli Stati generali della città sul Dossier Venezia, accogliendo la sollecitazione del parlamentare veneziano del Pd, Nicola Pellicani che dieci giorni fa gli aveva scritto.
LE MOTIVAZIONI
Il prefetto è convinto che l'iniziativa serva anche stemperare le tensioni sempre più forti che stanno agitando ogni ambiente, ognuno colpito molto più duramente che nel resto d'Italia a causa della prevalente monocultura turistica. L'unico problema contingente è il G20 che si terrà dall'8 all'11 luglio e che sta impegnando tutte le istituzioni e le forze dell'ordine per organizzarlo, per cui se ne parlerà dopo, o da metà luglio in poi o a fine settembre dopo la Mostra del cinema. Quel che conta, ad ogni modo, è che il prefetto abbia deciso di riunire tutti assieme i parlamentari veneziani, i vertici delle istituzioni, le categorie economiche e quelle sociali. «Concordo sulla necessità di un'analisi seria delle problematiche della città con tutti gli attori interessati, e credo anch'io che questo potrebbe contribuire a determinare un clima meno conflittuale di quello attuale» ha scritto Zappalorto al parlamentare veneziano il quale gli si era rivolto sottolineando che «stiamo vivendo una fase straordinaria in cui tutti i rappresentanti delle istituzioni presenti in città devono sentirsi impegnati nella risoluzione dei tanti problemi sul tappeto e nel rilancio socio-economico, nella consapevolezza che, se vogliamo ripartire meglio di come eravamo rimasti prima dell'esplosione della pandemia, è necessario affrontare in modo unitario i tanti temi del Dossier Venezia, che da troppo tempo attendono risposta».
Da quando Pellicani ha scritto la sua lettera, oltretutto, si sono aggiunti altri fattori: è dell'altro ieri il nuovo ultimatum dell'Unesco per togliere le Grandi Navi da crociera dal bacino di San Marco o dall'intera laguna, a seconda delle interpretazioni, e anche per le altre emergenze quali i flussi turistici, lo spopolamento del centro storico, la rinascita di Porto Marghera; ed è di qualche giorno prima la notizia di un intervento del Governo, sempre in tema di Grandi Navi, per gestire la fase transitoria da adesso sino a quando sarà pronto il nuovo porto in mare aperto, ossia tra dieci o quindici anni, fase che si divide in tre: ossia quest'anno durante il quale la ventina di navi previste dovrebbero poter continuare a passare per San Marco; dall'anno prossimo quando invece le unità più grandi troveranno posto a Porto Marghera tra il canale Nord e il terminal container Vecon e Tiv, e quindi passeranno per il canale dei Petroli; e, infine, la terza quando la sponda nord del canale Nord sarà stata completamente attrezzata e le grandi navi ormeggeranno tutte lì. In base alla bozza dell'accordo arrivata a Venezia si prevede anche la verifica della possibilità di tornare a fare la manutenzione ordinaria del canale Vittorio Emanuele III in modo da riportarlo a 11 metri di profondità e quindi eliminare proprio tutte le navi da crociera dal bacino di San Marco, facendole entrare dalla bocca di porto di Malamocco.
L'INTERROGAZIONE
In merito Pellicani oggi farà un question time in aula per chiedere conferme e spiegazioni al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini.
Elisio Trevisan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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