Ravedis, la diga ancora incompleta Dovrebbe salvare la città dalle piene

Domenica 4 Novembre 2018
Ravedis, la diga ancora incompleta Dovrebbe salvare la città dalle piene
MEGA-INVASO DEL CELLINA
PORDENONE L'ondata di maltempo che ha devastato la Valcellina - colpendo anche le valli Tramontina e d'Arzino - è stata gestita anche attraverso la laminazione delle piene del torrente Cellina, un compito che la diga di Ravedis ha assolto. Nonostante il mega-impianto di Montereale non sia stato ancora definitivamente ultimato e sottoposto al collaudo funzionale. In realtà il grande invaso è stato terminato nel 2014, quando erano state eseguite anche le prime fasi del collaudo con i test del riempimento e dello svasamento dello sbarramento. Ma qualche tempo dopo è emerso un inghippo legato al funzionamento delle paratoie. Da qui la necessità che il Consorzio Cellina-Meduna provvedesse a ulteriori lavori proprio sulle paratoie. Come prescritto dal provveditorato tecnico della Regione, l'ente che sovraintende alla gestione della diga su delega dello Stato. E sono proprio quei lavori che sono ai nastri di partenza. Soltanto dopo - e quindi non prima della metà del 2019 - potrà essere eseguito il collaudo definitivo. E nel territorio provinciale del Pordenonese - che sicuramente più di altri è destinato a finire disastrosamente sotto acqua - non sono bastati quasi quarant'anni e oltre duecento milioni di spesa complessiva dall'avvio dei avori all'inizio degli anni Ottanta del secolo scorso per terminare una struttura pubblica che deve salvaguardare dalle piene, oltre che servire per scopi irrigui ed energetici.
ULTIMI LAVORI
In realtà a Ravedis i cantieri si sono susseguiti quasi ininterrottamente nel tempo. Basti pensare che siamo al tredicesimo stato di avanzamento lavori. «Stiamo rendicontando al ministero - spiega il presidente del Consorzio, Ezio Cesaratto - proprio in queste settimane gli ultimi lavori eseguiti per una spesa di oltre tre milioni di euro». Soldi già spesi dal Cellina-Meduna e che ora il ministero dovrà rimborsare. In cassa avanzano altri 900 mila euro. «È proprio con quella cifra - aggiunge il presidente - che auspichiamo di riuscire a chiudere definitivamente la vicenda legata al funzionamento delle quattro paratoie. Entro le prossime due settimane provvederemo ad assegnare i lavori per una delle paratoie. Quando la prima paratia sarà sistemata si procederà, con le stesse misure di intervento, anche per le altre tre. Con questi intervento l'opera, che è tra i più grandi impianti funzionati a livello nazionale, potrà dirsi definitivamente conclusa». Solo a quel punto ci sarà il via libera al collaudo funzionale.
FUNZIONAMENTO
«È necessario però sottolineare - evidenza Cesaratto - che l'impianto ha mostrato di funzionare molto bene anche alla prova dell'ultima ondata di maltempo che non è certo stata uno scherzo. In alcuni momenti Ravedis ha ricevuto anche 1.300 metri cubi di acqua al secondo da Barcis e dall'asta del Cellina lamindando la piena. Altrimenti le conseguenze in pianura sarebbero state ben diverse». È bene dire anche che Ravedis garantisce solo il 50% delle possibilità che Pordenone e la pianura finiscano ammollo: l'altra metà dipende infatti dal più imponente Meduna, la cui asta non è altrettanto protetta poiché gli invasi della Val Tramontina necessiterebbero di importanti lavori.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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