Il Patto di stabilità e crescita è stato adottato nel 1997 in vista della nascita dell'euro e ha fissato, come già indicato dal Trattato di Maastricht, nel 3% e nel 60% i limiti massimi dei rapporti deficit-Pil e debito-Pil. Nel 2005, quando anche Francia e Germania sforarono la soglia del 3%, fu modificato introducendo margini di flessibilità che consentissero di tenere conto di circostanze eccezionali. Nella sua ultima versione (2011), il Patto stabilisce l'obbligo, per tutti in Paese dell'Eurozona, di convergere verso l'obiettivo del pareggio di bilancio, un principio che è stato introdotto nella Costituzione italiana nel 2012 modificando l'articolo 81. Paesi come l'Italia, dove il debito è ben oltre il limite del 60% del Pil (il 131,2% nel 2017) devono tendere al pareggio di bilancio attraverso una riduzione annua del rapporto tra deficit strutturale - determinato dalle sole spese fisse e ripetute nel tempo come quelle per le pensioni e la sanità - e il Pil dello 0,5%. Una percentuale che può essere inferiore (applicando la flessibilità prevista e di cui l'Italia ha beneficiato in questi ultimi anni) in presenza dI realizzazione di importanti riforme strutturali; eventi eccezionali fuori dal controllo delle autorità nazionali ; una grave e globale recessione economica.
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