«Pazienti più giovani in terapia intensiva» E aumentano i ricoveri: zona rossa vicina

Martedì 24 Novembre 2020
«Pazienti più giovani in terapia intensiva» E aumentano i ricoveri: zona rossa vicina
LA GIORNATA
BELLUNO Sfiorata per un pelo la fase 5 stando al numero di ricoveri Covid in area non critica Belluno. I dati oscillano ogni giorno e, di conseguenza, cambiano anche i grafici che fotografano la situazione epidemiologica. Ma l'andamento è chiaro e l'ha espresso, ieri mattina, anche il presidente della Regione Luca Zaia: «La provincia di Belluno sta entrando in fase 5 sul fronte dei ricoveri ospedalieri non gravi». Finché la situazione rimarrà in bilico tra una fascia e l'altra o comunque vicino ai numeri attuali la sanità bellunese riuscirà a resistere. Molte attività ospedaliere, infatti, sono già state sospese. Il problema, semmai, è quello di trovare posti letto per chi non ha il Covid ma necessita di un ricovero.
IL BOLLETTINO
Nelle ultime 24 ore sono stati scoperti 115 nuovi contagi. Pochi rispetto agli ultimi giorni, in cui erano più del doppio, ma il dato è legato al numero di tamponi che nel fine settimana subisce un calo significativo. Il totale degli attualmente positivi, in provincia di Belluno, sale a quota 4.355. Rimangono alti, però, i decessi negli ospedali bellunesi. Ieri sono morti altri 4 pazienti covid: una 79enne e un 82enne, ricoverati rispettivamente in Rianimazione e in Pneumologia a Belluno, e un 89enne e una 92enne in Pneumologia a Feltre. In tre giorni, da sabato a ieri, hanno perso la vita 10 persone. Secondo i dati forniti ieri pomeriggio dall'Usl 1 Dolomiti i pazienti positivi sono 189. Di questi, 14 sono ricoverati in condizioni gravissime nei reparti di Terapia intensiva: 8 a Belluno e 6 a Feltre. In totale ci sono 72 pazienti Covid al San Martino e 51 al Santa Maria del Prato. Per quanto riguarda gli ospedali di comunità sparsi sul territorio si contano 5 persone positive ad Alano, 22 a Belluno, 12 ad Agordo, 15 a Feltre e 12 ad Auronzo. Anche in questo caso l'incremento è considerevole, soprattutto se lo si affianca all'alto numero di decessi. Negli ultimi tre giorni i ricoveri sono passati da 162, sabato, a 187, ieri. Il salto è di 25 posti letto. Quasi 8 in più al giorno. L'allarme è alto. Stando alla tabella disegnata da Azienda Zero, quella che si sofferma sulla gravità della situazione in base ai posti letto occupati, Belluno entrerebbe in fase 5 con 115 pazienti Covid in area non critica e 17 in Terapia Intensiva. Ne mancano 6 nel primo caso, solo 3 nel secondo. Ovviamente più sale il numero di pazienti Covid, e più diminuisce il posto per coloro che non sono positivi ma che necessitano di cure ospedaliere. I dati sono inversamente proporzionali. L'Usl 1 Dolomiti sta facendo il possibile per aumentare i posti letto ed è già in programma l'attivazione di nuove aree Covid. C'è un altro dato forte che emerge da questa seconda ondata di contagi.
I PAZIENTI
A differenza di marzo, i reparti di Terapia intensiva italiani sono più giovani. Cioè l'età media dei pazienti Covid gravi si è abbassata, e non di poco. L'ha sottolineato Davide Mazzon, fondatore della commissione di bioetica e componente del comitato etico della Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), nonché primario di Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale di Belluno. «Oggi ha spiegato il dottor Mazzon c'è una prevalenza di persone che hanno tra i 60 e i 70 anni circa e invece nella prima fase l'età media era dai 70 agli 80 anni a salire». Non più solo ultra-ottantenni o ultra-novantenni ma anche persone più giovani. Lo stesso discorso può essere fatto per le morti nei reparti Covid. Molti dei pazienti che perdono la vita negli ospedali hanno un'età che va dai 60 ai 75 anni, come si è visto anche negli ultimi giorni.
D.P.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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