«Mi disse: a 18 anni torno in Bulgaria»

Giovedì 1 Marzo 2018
«Mi disse: a 18 anni torno in Bulgaria»
PAESE
La sera del 27 febbraio del 2013 Marianna Cendron esce di casa per non tornarci più. Ha solo 18 anni quando scompare tra i viottoli bui di Paese. A distanza di cinque anni, Alessandra, parrucchiera in città, racconta di quel periodo trascorso assieme in ospedale: «Eravamo ricoverate entrambe e lei mi ripeteva sempre che appena avrebbe compiuto 18 anni se ne sarebbe andata da casa. E così ha fatto».
L'ALLONTANAMENTO
Marianna lavora come assistente nella cucina della Golf club di Castel Trevigiano, a 28 minuti dalla casa in cui vive. È giovanissima, inquieta e fragile, da un mese ha lasciato la casa dei genitori e ha trovato appoggio nell'appartamento di Renzo il vicino, di 45 anni, che vive solo. Non lontano dalla struttura in cui ha trovato lavoro vive Michele, il suo fidanzatino studente dell'alberghiero.
La sera del 27 febbraio ha un appuntamento proprio con il ragazzo ma al luogo dell'incontro Mary non arriverà mai. Per i genitori la figlia adottiva, oggi 23enne, non si è allontanata volontariamente e con fermezza e tenacia si oppongono all'archiviazione dell'inchiesta.
LA TESTIMONIANZA
La nuova testimonianza non fa che confermare quanto raccolto dagli inquirenti in anni di indagine dalla voce di chi la conosceva e soprattutto attraverso i diari custoditi dalla ragazza. «Ho conosciuto Marianna in ospedale nel novembre del 2010 - racconta Alessandra - lei era ricoverata per i disturbi alimentari di cui soffriva, io avevo il bimbo neonato in osservazione. In quei giorni eravamo a stretto contatto tutto il giorno, abbiamo parlato a lungo. Mi ricordo che le avevo regalato dei libri che divorò, mi ricordo che mi abbracciò per ringraziarmi».
Mary non accettava il controllo dei genitori, lo viveva come un'oppressione, soprattutto, per gli aspetti che riguardavano la sua salute. Cure a cui Marianna non voleva sottoporsi, per questo aveva deciso che non appena avesse compiuto la maggiore età sarebbe si sarebbe trovata un lavoro e sarebbe andata a vivere per conto suo. «Mi aveva detto chiaramente che se ne sarebbe andata e non sarebbe mai più tornata: diceva che voleva rifarsi una vita nella sua terra, in Bulgaria».
L'INFANZIA
Lì nel suo paese d'origine affondavano le radici di quella irrefrenabile voglia di autonomia. Insieme al fratello era stata adottata dai coniugi Cendron in un istituto per orfani in Bulgaria, dove erano stati abbandonati. Da qui sarebbe derivato il suo disturbo alimentare. «Al Ca' Foncello mi appariva fragile ma molto determinata - continua Alessandra - mi parlava del difficile rapporto con i genitori, mal sopportava le costrizioni e desiderava essere indipendente. E ripeteva: al compimento dei 18 anni me ne andrò da casa e non mi troveranno più».
Parole pesanti, a cui però Alessandra dà un credito relativo. «Era un'adolescente, aveva 15 anni appena. Certo non potevo pensare che avrei letto della sua scomparsa sui giornali tre anni dopo. Pensavo fossero quelle cose dette per enfatizzare un malessere, una situazione di disagio tipica dell'età. Ma così evidentemente non era». Mary per Alessandra è ancora viva. «Io in cuor mio credo che lei sia davvero tornata in Bulgaria e che si sia rifatta una vita lì. In quei giorni non mi ha mai accennato a qualcosa di diverso e più grave come a dei gesti estremi. Io so che è viva e mi auguro anche che sia serena, in pace con se stessa».
L'INCHIESTA
Il caso è sotto la lente della magistratura che è certa dell'allontanamento volontario e che per tre volte, dopo diversi supplementi di indagine, ha chiesto l'archiviazione del fascicolo. Ma i genitori non si arrendono. Gli avvocati dell'Associazione Penelope, Stefano Tigani e Piero Coluccio, hanno chiesto che vengano risentiti dagli inquirenti il vicino di casa che ospitava Marianna nella propria abitazione, Renzo Curtolo, e il fidanzato dell'epoca Michele Bonello.
Valentina Dal Zilio
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci