«Ma adesso è il momento di acquistare: l'industria va, i fondamentali sono buoni»

Giovedì 31 Maggio 2018
«Ma adesso è il momento di acquistare: l'industria va, i fondamentali sono buoni»
ROMA «C'è preoccupazione tra i risparmiatori, è comprensibile, ma bisogna mantenere i nervi saldi: la situazione non è paragonabile al 2011 quando lo spread viaggiava oltre quota 500 e il Paese era in piena crisi economica. Oggi i fondamentali dei conti pubblici sono buoni e io sono ottimista». Angelo Drusiani, uno dei maggiori esperti italiani che opera in Banca Albertini Syz, è convinto che investire nel sistema Italia, nonostante la bufera politica, sia tuttora conveniente.
Drusiani, il Tesoro ieri ha fatto il pieno all'asta Btp a 10 anni, ma il tasso è volato al 3% toccando i massimi da maggio 2014. Che cosa vuol dire?
«Le aste non sono altro che un notaio, si comportano certificando l'andamento dei rendimenti di mercato che, vista la situazione di incertezza, sono in salita. Chi compra vuole essere remunerato per il rischio che si assume puntando sui titoli di Stato».
Lei consiglierebbe di acquistare titoli di Stato, in questa fase così delicata?
«Dipende dalla tipologia di risparmiatore. Ma in linea generale direi di sì, soprattutto per chi ha corpose disponibilità liquide ed una discreta propensione per un rischio misurato».
Ma questo rischio non è eccessivo in un contesto come quello attuale?
«Vorrei ricordare che nel 1992, quando l'Italia uscì dal sistema monetario europeo, le aste dei titoli di Stato continuarono ad andare benissimo. Gli investitori internazionali e domestici, anche nei momenti più critici, hanno sempre trovato conveniente investire nei titoli italiani che rappresentano un giusto mix tra rischio e rendimento. La verità è che nessuno ha mai creduto nel default del nostro Paese. Neppure adesso. Certo non consiglio di investire tutti i risparmi in una sola tipologia».
Che cosa intende dire?
«La chiave di una gestione di portafoglio oculata, in particolar modo adesso, è diversificare gli investimenti in modo da neutralizzare o ammortizzare l'eventuale perdita di una posta. Dunque la cosa più corretta da fare è distribuire i propri denari tra titoli di Stato, azioni, valuta estera e obbligazioni».
A proposito del mercato azionario, che cosa consiglia di fare? Acquistare anche in questi giorni?
«I titoli industriali italiani, non solo quelli legati alle aziende del Nord, sono piuttosto convenienti. La manifattura vive un buon momento, le imprese hanno cash, esportano e distribuiscono dividendi interessanti. Quanto alle obbligazioni, quelle bancarie potrebbero rappresentare una buona opportunità perché hanno prezzi bassi e potrebbero rimbalzare forte, anche se su di esse suggerisco cautela. Da non trascurare i beni rifugio come l'oro, anche se è sempre sottoposto a forti oscillazioni e non dà garanzie. Come tutti i prodotti, peraltro».
In che senso?
«Bisogna essere chiari: se chi investe lo fa pensando di guadagnare sempre ha un'idea sbagliata del mercato. Non tutti i risparmiatori sono pronti ad accettare momenti difficili e di transizione come questo. Ma bisogna sempre mantenere i nervi saldi».
Tornando ai titoli di Stato, che ruolo potrebbe giocare la Banca centrale europea?
«Un ruolo di primo piano. E' stata importantissima, in questi anni, la guida di Mario Draghi che ha tenuto a bada chi voleva interrompere il Quantitative easing. Sono convinto che se questa crisi italiana dovesse proseguire, il governatore troverebbe il modo di continuare a sostenere il nostro debito».
Quanto al quadro politico, cosa si augura da esperto di investimenti?
«Un governo nel pieno delle sue funzioni al più presto, ovviamente. E confido che questo accadrà. Aggiungo che in termini generali sono ottimista. L'Italia fuori dall'Europa è un orizzonte inimmaginabile e sono convinto che anche la politica ne sia consapevole. Siamo fondatori della moneta unica, siamo la quarta economia europea e una uscita avrebbe conseguenze devastanti anche a livello mondiale, tanto è vero che gli Stati Uniti hanno fatto sapere che il loro livello di attenzione si è alzato».
Michele Di Branco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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