L'INTERVISTA
TREVISO «Zaia lo vedo sempre in Veneto, almeno fino a quando

Martedì 22 Settembre 2020
L'INTERVISTA
TREVISO «Zaia lo vedo sempre in Veneto, almeno fino a quando non arriverà l'autonomia». E' questo l'orizzonte tracciato da Gian Paolo Gobbo, padre nobile della Lega. Ieri sera è arrivato anche lui nel piazzale del K3, quartier generale del partito provinciale a Villorba, per assistere da vicino al trionfo del presidente della Regione, appena riconfermato con numeri da record. All'inizio girava la voce che avesse scelto di non partecipare alla festa in modo diretto. Non era così. Il padre nobile della Lega nella Marca non ha voluto mancare all'appuntamento che dalle parti del K3 nessuno teme di definire di portata storica, sia per il Veneto che per la Marca. E proprio a Gobbo, Luca Zaia nuovamente acclamato governatore appena salito sul palco, ha rivolto il primo ringraziamento: «Ciao Paolo, tutto è partito da te perchè anni fa hai creduto in una squadra di giovani».
Gian Paolo Gobbo, si attendeva un risultato del genere dalle elezioni regionali? Praticamente non c'è stata partita.
«Non c'era dubbio. Credo si sapesse. Ma la cosa era di fatto scontata. E' vero però che in politica non si sa mai. Quindi è bene che sia andata davvero così».
Ci saranno ripercussioni, secondo lei, sul piano nazionale?
«Purtroppo non credo. Noi auspichiamo che il governo cambi il più presto possibile. Evviva la vittoria in Veneto, ovviamente. Purtroppo, però, non so se le cose cambieranno a livello nazionale. Per noi, comunque, resta questo l'obiettivo»
Restando sul piano nazionale, ma guardando in casa Lega, si può profilare ora una lotta per la leadership tra lo stesso Luca Zaia e Matteo Salvini?
«Non ci sono problemi del genere. Non esistono proprio. Zaia è leghista. Come Salvini è leghista. Hanno due compiti specifici. Ognuno fa la sua strada, giustamente, nel partito della Lega. Poi qui in Veneto abbiamo la fortuna di avere Zaia. E' questa la realtà dei fatti».
Continua a vedere il futuro di Zaia in Veneto, anche se le sirene romane sembrano farsi sempre più insistenti?
«Certo. Io credo che Zaia stia in Veneto, fino a quando non porterà a casa l'autonomia. Assolutamente. Non ha altre intenzioni. E giustamente, aggiungo».
E sulla lista Zaia che stravince il derby interno con la lista della Lega? E' un valore aggiunto per il partito o una diminutio?
«C'è anche un dato tecnico. Quando si scrive Zaia in grande, è ovvio che un cittadino vota quello e basta quello. Dopo, le preferenze sono un'altra cosa. E magari un po' di gente ha fatto confusione mettendo le preferenze da una parte o dall'altra senza».
Ma una tale differenza sul piano elettorale, la ritiene un bene o meno? La Lega ci guadagna o ci perde?
«E' nella logica. Alla fine sono tutti della Lega. Il partito non perde valore in alcun modo rispetto a questo».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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