L'incubo sulla superstrada

Giovedì 21 Marzo 2019
L'incubo sulla superstrada
L'AGGRESSIONE
MILANO Ciò che aveva in animo di fare non è stato un folle colpo di testa, ma un piano preparato nei dettagli: tre taniche di benzina, le fascette per immobilizzare i suoi ostaggi e soprattutto l'occasione giusta per fare una strage. Che si è presentata ieri mattina alle dieci quando Ousseynou Sy, 47 anni, conducente di pullman italiano di origini senegalesi, ha riaccompagnato due classi di seconda media dalla palestra alla scuola media Vailati di Crema.
LUPO SOLITARIO
Un tragitto di dieci minuti, ma questa volta i cinquantuno alunni, le due insegnanti e l'assistente si sono ritrovati sulla Paullese. Direzione aeroporto. «Andiamo a Linate, oggi da qui non esce vivo nessuno. Vanno fermate le morti nel Mediterraneo», è il proclama politico con cui Sy ha dato il via a tre quarti d'ora di terrore. È stato fermato dai carabinieri dopo un inseguimento e alla fine è anche riuscito a incendiare il bus, mettendo la firma al suo farneticante progetto. Una vendetta in nome dell'Africa, «dove la gente muore per colpa di Salvini e Di Maio», andava ripetendo. Illesa la scolaresca e gli insegnanti, «tutti molto coraggiosi», raccontano i carabinieri. «È stato un miracolo, il suo era un intento stragista», dice il procuratore di Milano Francesco Greco. Ora a carico di Sy c'è un fascicolo per sequestro di persona, strage, incendio e resistenza, con l'aggravante del terrorismo, dal momento che il suo gesto ha creato panico tra la popolazione. Nell'interrogatorio davanti ai pm ha ammesso la premeditazione: «Non ce la faccio più a vedere bambini e donne che muoiono in mare», ha detto. Aveva già registrato, sul suo canale YouTube, un video per annunciare la sua impresa eclatante, mostrato nelle ultime ore agli amici a Crema e ad alcuni parenti in Senegal. Il messaggio è inequivocabile: «Africa Sollevati». «Voleva dire agli africani di non venire più in Europa, e punire l'Europa per le politiche a suo dire inaccettabili contro i migranti», spiega il capo del pool antiterrorismo Alberto Nobili. È un lupo solitario, Sy, senza alcun legame con l'Isis o con organizzazioni islamiche. Lui che, dopo un buon inizio da migrante che ce l'ha fatta, perde il controllo della sua vita: nel 2007 gli viene ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza, nel 2011 viene indagato per molestie sessuali su un minore. Nonostante ciò è il regolare conducente del mezzo di Autoguidovie incaricato di trasportare gli alunni della scuola media di Crema. Ieri era di turno e passa all'azione. Appena i ragazzini si siedono blocca le porte, li minaccia di morte e svuota due taniche nel corridoio. Li lega con alcune fascette elettriche - obbligando due a stare accanto a lui con un accendino in mano - e costringe le insegnati a fare altrettanto, ma le due professoresse serrano i legacci in modo blando, permettendo così agli allievi di liberarsi. Anche le tre donne vengono immobilizzate e a quel punto Sy sequestra i cellulari. Qualcuno però gli sfugge e parte l'allarme. I militari organizzano alcuni posti di blocco ma Ousseynou non si ferma, sperona un'auto, ne colpisce altre due e finisce contro il guardrail. Una volta bloccato, il senegalese scende dal bus con i due ragazzini vicino e in mano un accendino: dà fuoco al mezzo, minacciando di far esplodere la tanica che regge con la mano. Alcuni carabinieri lo immobilizzano, mentre i colleghi rompono i finestrini e la porta posteriore riuscendo a salvare tutti prima che il mezzo venga avvolto dalle fiamme. Il Viminale è al lavoro per verificare la possibilità di togliere la cittadinanza italiana a Sy e il vicepremier Matteo Salvini segue in prima persona il caso. E chiede: «Se è vero che aveva quei precedenti, com'è possibile che fosse un autista? È una bestia e ignorante».
Claudia Guasco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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