Il prestito per i medici eroi si rivela invece una beffa

Sabato 31 Ottobre 2020
Il prestito per i medici eroi si rivela invece una beffa
LA TESTIMONIANZA
BELLUNO Acquista l'auto certa di avere il finanziamento premio per gli operatori sanitari coinvolti nell'emergenza Covid, ma i soldi non le arrivano. Dopo lungo peregrinare per gli uffici di un istituto bancario alla fine, esausta e disillusa, Maria Battistin si è rivolta a Codacons. «L'auto non l'avrei acquistata se avessi saputo che non avevo accesso al finanziamento spiega -, la mia poteva essere utilizzata ancora qualche anno. Quello che è successo è una grave violazione degli obblighi di trasparenza». L'accesso al credito, anche per i privati già etichettati come eroi nella prima fase dell'emergenza, rimane quindi un problema non solo per le grandi imprese e per i grandi capitali.
IL PARADOSSO
Lei è un medico, referente dell'Unita di Crisi Covid 19 del Dipartimento di Prevenzione dell'Usl 1 Dolomiti dalla sua costituzione a marzo 2020 e lavora al San Martino di Belluno. Ad agosto, dopo mesi di lavoro estenuante lei e i colleghi vengono informati di un nuovo finanziamento creato proprio per gli operatori sanitari. La proposta sembra essere davvero interessante, trattandosi di un finanziamento a tasso zero e, pensando si trattasse davvero di un gesto di solidarietà da parte dell'Istituto bancario, Battistin ha richiesto il preventivo per l'acquisto di un utilitario e, con quello in mano, si è presentato alla sede più vicina della banca proponitrice. «Ho presentato subito chiaramente il mio interesse ad accedere al finanziamento per acquistare una utilitaria di cui fornivo il preventivo spiega -. Venivo informata che avrei dovuto aprire il conto on line, trasferire l'accredito dello stipendio nel conto e, trascorso un mese, inoltrare la domanda. Venivo rassicurata sulla certa finanziabilità della richiesta e per questo ho seguito la procedura che mi era stata indicata». La dottoressa procede così a comprare l'auto, nell'attesa di avere i soldi promessi. Ma a due mesi dall'inoltro della domanda, quando già le era stato assicurato che tutto era apposto, è arrivata la doccia fredda.
LA BEFFA
«Dopo l'inoltro della domanda, a circa due mesi dall'apertura del conto racconta ancora -, mi è stato però comunicato telefonicamente che il prestito non mi sarebbe essere erogato. L'unica motivazione addotta a ragione del diniego era la mancanza di storicità del rapporto. L'accesso al finanziamento non è quindi possibile a tutti gli operatori sanitari impegnati nella lotta al Covid-19, ma solo a coloro che hanno un rapporto storico con quella banca. Questa informazione non era riportata in alcuna nota informativa, né corrisponde a quello che mi era stato riferito dagli operatori bancari. Amareggiata, ed essendo venuta a sapere di altri colleghi che, invece, il finanziamento l'avevano ottenuto, Battistin si è rivolta al Codacons. Anche se ormai era tardi e l'utilitaria nuova era già parcheggiata in garage. «Ritengo che quanto accaduto costituisca una grave violazione degli obblighi di trasparenza, nonché del principio della buona fede nella contrattazione, aggravato dal fatto che per tale vicenda ho dovuto ripetutamente recarmi in banca, con significativo impiego del mio poco tempo libero - conclude -. Segnalo quanto mi è accaduto perché ritengo che il finanziamento di cui parlo risponda a una forma di pubblicità commerciale della banca, piuttosto che a un vero interesse di sostenere le necessità degli operatori che lottano in prima linea per l'emergenza Covid 19».
Alessia Trentin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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