I camperisti: «Si prenda esempio da noi»

Sabato 16 Maggio 2020
TURISMO
UDINE Parte dal Friuli la mobilitazione dei camperisti, che chiedono di essere chiamati ai tavoli in cui si decide sul turismo (e sulla sua ripartenza), ma rivendicano anche più investimenti e incentivi su aree di sosta e campeggi.
Perché, dicono, proprio nell'era della pandemia, che impone nuovi paletti e limiti stringenti, i viaggiatori che si muovono con una casa su quattro ruote appresso potrebbero essere l'alternativa vincente anche per rilanciare non solo il comparto turistico, ma anche quello del commercio e dei pubblici esercizi.
LA FILOSOFIA
«Il nostro tipo di turismo all'aria aperta, sicuramente green e slow, risponde al meglio alle esigenze che questa pandemia ci impone per spostamenti in sicurezza - spiega Marco Valentini, delegato nazionale della Federazione Campeggiatori Fvg nonché vicepresidente Campeggio Club Udine - . Noi potremmo ripartire subito. I campeggi sono luoghi strutturati, come le aree di sosta, in modo tale da garantire agevolmente gli spazi sociali per muoversi in sicurezza. I limiti imposti ai ristoranti possono essere agevolmente compensati da chi, come i camperisti spende e consuma in camper o comunque in maniera veloce. Rispetto al turismo siamo noi quelli che possono spostarsi prima in sicurezza. Sfatiamo il preconcetto che i camperisti non spendano: siamo il volano di un settore che ha numeri sempre piu importanti», spiega Valentini, che ha scritto al presidente della confederazione italiana Giovanni Grassi per chiedergli un pressing deciso sul Governo.
CINQUECENTO ISCRITTI
«Dobbiamo farci sentire anche a Roma, come abbiamo fatto in Fvg. In regione alla Federazione sono iscritti cinquecento nuclei familiari, ma i camperisti sono molti di più. La realtà dei fatti è che in tante regioni abbiamo dovuto combattere per farci considerare. Nella bozza dell'ultimo decreto ministeriale si poteva in un primo momento fare manutenzione ai natanti ma non ai camper . In sostanza si poteva fare manutenzione ad un gommone di 5mila euro ma non ad un camper di oltre 70mila. E' stato palesemente sottovalutato il movimento». In Friuli, aggiunge, «grazie al nostro pressing siamo stati ascoltati da Fedriga». Ora, però, i camperisti chiedono di più. «Chiediamo di essere riconosciuti a livello nazionale come turismo alternativo, per poterci sedere ai tavoli in cui si discute della ripartenza del turismo e dell'economia. Possiamo essere un veicolo di promozione del territorio e possiamo contribuire al rilancio dell'economia, perché i camperisti generano un indotto non da poco per quanto spendono nelle città che visitano».
PIÙ ATTENZIONI
L'altro nodo è quello delle risorse e della dotazione di spazi dedicati. «A bilancio abbiamo zero finanziamenti. Siamo sottovalutati. Servono anche fondi per aree di sosta e di camper service». La federazione campeggiatori dunque spera che «questa emergenza globale sia una nuova ripartenza per il movimento. Speriamo che finalmente le amministrazioni tengano in considerazione il nostro potenziale , alternativo contributo al turismo , all'economia e alla promozione capillare delle peculiarità del nostro territorio».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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