EMERGENZA MIGRANTI
CONA Alla fine era meglio Cona. Le aspettative prefissate

Lunedì 20 Novembre 2017
EMERGENZA MIGRANTI
CONA Alla fine era meglio Cona. Le aspettative prefissate della marcia della dignità dei migranti dell'ex base missilistica di via Rottanova, probabilmente, erano troppo alte. E così, i sei ribelli tornati a Mira dopo aver rifiutato la destinazione all'ex caserma Serena di Treviso, hanno detto no anche ad altre soluzioni alternative nella Marca. In serata, hanno chiesto alla prefettura di Venezia di poter tornare a Conetta. E il giorno successivo sono stati imitati da altri 18 migranti, per un totale di 24 persone rientrate, è il caso di dirlo, alla base. Serviva, infatti, una nuova autorizzazione dell'organo di Governo dopo la manifestazione che li aveva visti lasciare l'hub per tre notti consecutive, visto che i loro badge identificativi, come da protocollo, erano stati disattivati. Il vicario del prefetto, Sebastiano Cento, ha dato il via libera.
GLI ALTRI CASI
L'effetto figliol prodigo non è stato un caso isolato e limitato. Anche gli altri 24 destinati alla caserma trevigiana non hanno gradito la nuova sistemazione. Sono stati redistribuiti quindi tra il Ferrhotel, degli appartamenti in zona Stiore e in una piccola realtà alloggiativa sulla Noalese. Si tratta di strutture che già da tempo si occupano di accoglienza, sempre con numeri piuttosto ridotti. Ma anche rimanendo nel Veneziano il nuovo piano ha avuto più di qualche strascico. I migranti hanno contestato le soluzioni di Jesolo (alla Croce rossa) e a San Michele al Tagliamento. «Finora - fanno sapere da Ecofficina, la cooperativa che gestisce l'hub di Conetta - abbiamo già avuto una cinquantina di richieste di rientro». Richieste che, come nel caso di sabato sera, dovranno essere valutate e vagliate dalla prefettura già da oggi.
IPOTESI ESODO
Non si pensi, però, che l'emergenza sia finita qui, anzi. Perché per 50 casi di malcontento, ce ne sono almeno 190 che sono riusciti nel loro intento. Di fatto i 241 manifestanti della marcia iniziata lunedì scorso, supportati dall'Unione sindacati di base, sono riusciti a lasciare Conetta. Questo significa che, in un modo o nell'altro, si può fare. E gli emuli, ora, sono dietro l'angolo: oggi l'Usb dovrebbe tenere un incontro all'interno della base con gli oltre 870 migranti rimasti. La questura è in allerta, la possibilità di una nuova marcia, con una partecipazione ancora più numerosa rispetto alla prima, non è remota. Si teme un esodo in massa, che potrebbe andare a sconvolgere gli equilibri andando a creare un'emergenza nell'emergenza. Il problema potrebbe allargarsi anche alla gemella padovana di Bagnoli. Lì, a dire la verità, i numeri sono molto inferiori: si parla di 420 migranti (contro i 900 di qualche mese fa), solo la settimana scorsa ne sono stati trasferiti in altre strutture 50. Però la voce ormai ha cominciato a girare: l'alternativa se non c'è si può creare.
NUOVA ISPEZIONE
Se non sarà già troppo tardi, intanto, per giovedì è prevista una ispezione a Cona di Sinistra italiana e Mdp. Ci saranno i deputati Giulio Marcon, Michele Mognato e Davide Zoggia. Si aggiungeranno anche i presidenti delle municipalità di Marghera e Chirignago Zelarino Gianfranco Bettin e Gianluca Trabucco. Invitato a partecipare anche un gruppo di intellettuali ed esperti del settore, da don Nandino Capovilla, parroco della Cita, all'attore Marco Paolini. «La Marcia della dignità - dice il segretario regionale di Si Mattia Orlando - ed il suo esito devono spingere tutte e tutti noi a proseguire nelle mobilitazioni per superare e chiudere definitivamente il lager di Conetta. Ma non possiamo limitarci all'hub veneziano: Bagnoli, che per modalità non è diversa alla realtà dell'ex base di via Rottanova, deve essere il prossimo obiettivo».
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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