Bene la riforma ma non si deve punire tutta la classe politica

Venerdì 13 Luglio 2018
Carlo Nordio
In uno dei suoi dialoghi più significativi, Platone fa pronunziare a Socrate una sentenza entrata ( almeno si spera) nella cultura occidentale: che non si deve rispondere a un'ingiustizia con un'altra ingiustizia. Ogni persona di buon senso converrà che questa massima ubbidisce a un criterio non solo di etica elementare, ma anche di collettiva utilità. Perché la reazione ingiusta, proprio in quanto tale , provocherebbe una replica altrettanto iniqua, e così via all'infinito, fino alla totale confusione, e forse alla dissoluzione, di ogni equilibrio sociale.
La decisione di abolire - o di ridurre drasticamente - i vitalizi, si inserisce in questo pericoloso vortice di contraddizioni. E' infatti verissimo che il nostro sistema pensionistico in genere, e quello dei vitalizi in specie, si è sviluppato in modo irrazionale. Più ancora che ingiusto, è bizzarro e incomprensibile. Ci sono persone che , per aver occupato, spesso virtualmente, un seggio elettivo, hanno percepito, percepiscono e continueranno (continuerebbero) a percepire somme sproporzionate rispetto ai contributi versati. Non sono peraltro le sole. A suo tempo centinaia di migliaia di impiegati statali si son licenziati dopo i fatidici diciannove anni sei mesi e un giorno di lavoro. Tra riscatti, abbuoni e altri favori molti ragazzi hanno cominciato a ricevere la pensione a trentacinque anni. Con i nostri auspici, assistiti dalle statistiche, di una lunga vita, questi fortunati gravano in media per mezzo secolo a carico del nostro bilancio.
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