Allarme idrocarburi, Po sorvegliato speciale

Domenica 14 Ottobre 2018
AMBIENTE A RISCHIO
ROVIGO La centrale di potabilizzazione di Canalnovo di Villanova Marchesana, la più vicina alla macchia di combustibile che sta inquinando il Po, è costantemente monitorata per garantire la sicurezza dell'acqua nelle case dei polesani. Acquevenete, la società di gestione dell'acquedotto, ha attivato un protocollo d'emergenza per il controllo dell'acqua potabile in seguito allo sversamento di idrocarburi sul Po, testimoniato dalla chiazza oleosa comparsa venerdì mattina sulle acque del fiume. La procedura d'allerta prevede la presenza in servizio 24 ore su 24 ore sia del personale dirigente, per eventuali decisioni drastiche, sia dei tecnici del laboratorio analisi di Monselice, che ogni quattro ore ricevono campionamenti freschi e analizzano l'acqua per rintracciare l'eventuale presenza di inquinanti. Cosa che con altissima probabilità, spiega la direttrice di Acquevenete Monica Manto, non si verificherà, dal momento che i punti di presa dell'acquedotto sono a fondo, mentre la chiazza oleosa galleggia un superficie. Ci si aspetta quindi che le acque di profondità, dove appunto ci sono le tubature dell'acquedotto, non vengano contaminate dall'olio, che rimarrà in superficie fino a disperdersi.
ANALISI CONFORTANTI
«Le analisi per il momento continuano a dare esito negativo spiega la direttrice di Acque Venete - Siamo al lavoro giorno e notte perché se ci dovesse essere anche il minimo valore alterato saremmo pronti a chiudere le centrali istantaneamente. Sia le analisi di Hera di venerdì sera che le nostre di questa mattina (ieri per chi legge, ndr) indicano che l'acqua potabile è sicura e che al momento non ci sono tracce di idrocarburi». Sull'emergenza idrocarburi stanno lavorando, oltre ad Acquevenete per le centrali di competenza, anche Hera per l'Emilia Romagna e le Agenzie Arpa di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. «Lo sversamento è avvenuto a Sermide spiega la direttrice e la chiazza si è estesa in breve tempo. Non si riescono nemmeno a distinguerne i confini, si è cerato un film oleoso superficiale». Venerdì pomeriggio si è tenuto un incontro nella sede Arpav di Rovigo congiuntamente agli altri enti interessati (Ulss, Protezione civile, Vigili del fuoco), durante il quale sono stati condivisi sia gli esiti delle verifiche condotte da Arpa Lombardia sulla presunta tipologia ed estensione del fenomeno, sia le simulazioni fornite da Arpae (Emilia Romagna) in merito alla velocità di possibile diffusione.
L'IMPEGNO DI ACQUEVENETE
Acquevenete gestisce tre impianti di potabilizzazione da acqua superficiale sull'asta del Po (nelle località Canalnovo, Corbola e Ponte Molo, a Porto Tolle), a una distanza rispettivamente di circa 70, 90 e 110 chilometri da Sermide, punto dello sversamento che ora sta fluendo, trascinato dalla corrente, verso il Polesine e quindi verso il mare. La presa acquedottistica della prima centrale, quella di Canalnovo, si trova circa a 5 chilometri a monte di Berra, nel Ferrarese. I Comuni serviti dalla centrale di Canalnovo sono Guarda Veneta, Crespino, Gavello, Papozze, Villanova Marchesana. Dalle centrali di Corbola e Ponte Molo, invece, sono forniti Adria, Ariano, Corbola, Taglio di Po, Porto Viro, Loreo, Rosolina e Porto Tolle.
PIANO DI ANALISI
«È stato istituito un piano di analisi che riguarda sia le acque grezze, ovvero così come vengono prelevate, lungo l'asta del Po, monitorate già da venerdì pomeriggio, che le acque grezze e potabili prelevate nell'impianto di Canalnovo aggiunge la direttrice Monica Manto - Queste ultime saranno monitorate a partire da domenica mattina, giorno e notte. Le analisi saranno eseguite da Arpav e da Acquevenete». Si avranno così esiti incrociati per maggiore sicurezza. Acquevenete sta inoltre lavorando in collaborazione con Hera, che gestisce il potabilizzatore di Pontelagoscuro, localizzato circa 30 chilometri a monte dell'impianto di Canalnovo, per un confronto continuo con le analisi effettuate dal gestore idrico emiliano. L'ultima analisi eseguita da Hera alle 21 di venerdì certificava l'assenza di idrocarburi nell'acqua prelevata. «Sulla base di tutte le evidenze che emergeranno nelle prossime ore si provvederà ad aggiornare le modalità di gestione degli impianti conclude la direttrice di Acquevenete - Nell'immediato non vi sono ragioni di preoccupazione, perché l'inquinamento non ha ancora raggiunto i territori gestiti dalla nostra società, tuttavia se vi fosse il rischio che questo accada si sospenderà temporaneamente il prelievo delle acque dal Po».
Roberta Paulon
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