«Per noi medici quanti nuovi problemi»

Mercoledì 24 Febbraio 2021
Inseguiti dalle varianti del Sars-Cov-2, la campagna vaccinale procede a rilento, perché le multinazionali tagliano le forniture delle fiale. «Le persone dubbiose sull'utilità dei vaccini - precisa Giovanni Leoni, presidente dell'Ordine dei Medici di Venezia e vice della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, chirurgo all'Ospedale Civile di Venezia - avranno la possibilità di vedere l'effetto sul personale sanitario, perché se noi non ci ammaleremo e continueremo a curare le persone positive, la gente comune avrà uno stimolo per aderire alla vaccinazione, raggiungeremo l'immunità di gregge e bloccheremo la circolazione del virus».
La catena dei medici è collaudata, a meno di metterli nelle condizioni di avere il vaccino?
«La vaccinazione Covid necessita di un reclutamento attraverso il volontariato, medici, centri ulteriori, ma la fornitura di dosi rallenta il sistema. Bisogna affrontare il problema della produzione autonoma su licenza del vaccino, essere pronti a fare delle modifiche sulle varianti, anche se il Pfizer, come il Moderna, al momento appaiono adeguati al 95% dei casi. Dovremo potenziare l'industria farmaceutica nazionale per la produzione autonoma di vaccini esteri».
Cosa pensa dell'obbligatorietà?
«A Treviso una cinquantina di medici dipendenti contrari non si sono ancora vaccinati. Devono avere conoscenza tecnica di quello che è un vaccino, essere d'esempio alla popolazione, proteggere anche loro stessi, considerato il lavoro a contatto con la popolazione».
Non è solo una puntura?
«A un paziente vaccinato è necessario fare la storia clinica, con l'evidenza delle allergie, ottenere il consenso informato, eseguirlo materialmente ed essere pronti a eventuali complicanze».
Filomena Spolaor
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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