LA FIRMA
CONEGLIANO (TREVISO) Dice il profilo: giovane, manager, poliglotta.

Giovedì 23 Gennaio 2020
LA FIRMA
CONEGLIANO (TREVISO) Dice il profilo: giovane, manager, poliglotta. Uomo? Ebbene no, donna. E non una, oltretutto nel ruolo di presidente, ma addirittura due. La padovana Marina Montedoro e la trevigiana Silvia Mion sono le rappresentanti della Regione nel consiglio direttivo della neonata Associazione per il patrimonio delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ufficialmente costituita a sei mesi dalla vittoria di Baku, con l'obiettivo di gestire il futuro agroambientale, urbanistico e turistico dell'unico paesaggio viticolo al mondo riconosciuto dall'Unesco. «Un soggetto agile e operativo, non certo un carrozzone di poltrone», si era raccomandato il governatore Luca Zaia al ritorno dall'Azerbaijan, salvo scoprire in questi giorni che all'interno del Consorzio di tutela della Docg si era consumata una faida tale da richiedere ieri mattina un suo intervento al piano nobile della storica Scuola Enologica di cui è stato giovane allievo.
IL RETROSCENA
Attorno all'austero tavolo a ferro di cavallo, nella gloriosa aula di degustazione, erano riuniti i soci fondatori della nuova entità: Regione e Consorzio, appunto, ma anche Provincia di Treviso, Camera di Commercio di Treviso e Belluno, Intesa programmatica d'area Terre Alte della Marca Trevigiana. Gli occhi ai documenti redatti dal notaio Paolo Broli, le orecchie per la tirata di Zaia. «Un forte appello al lavoro di squadra, nello spirito che ci ha portati all'iscrizione nella lista del Patrimonio mondiale dell'umanità», hanno riferito i presenti all'incontro ristretto, mentre in sede pubblica il governatore ha glissato sulla polemica della mancata designazione a consigliere del presidente consortile uscente Innocente Nardi, in favore dell'imprenditore Lodovico Giustiniani: «Non entro nelle partite altrui, preferisco pensare alle nostre nomine, due donne...». E che donne, come emerge dal curriculum di entrambe.
LA SQUADRA
Montedoro, classe 1976, laureata in Agraria, è l'attuale direttore dell'istituto Spallanzani di Brescia, ma le sue pregresse esperienze professionali spaziano dall'Unione Europea al ministero delle Politiche Agricole, dove ha conosciuto Zaia, al quale si è ispirata per la sua prima promessa: «Lavoreremo pancia a terra, già da questo pomeriggio, per essere un alleato di queste colline. Un territorio caratterizzato da cultura, storia, arte e agricoltura, in cui il popolo veneto ha messo tutta la sua passione e dedizione». Mion, classe 1982, laureata in Economia e Pubbliche Relazioni, arriva invece dalla scuderia di H-Farm, dove ha consolidato la sua esperienza nel marketing digitale lanciando la startup Zooppa. «Due ragazze che parlano l'inglese come l'italiano», ha rimarcato Zaia, ricordando quanto cruciale sia questo aspetto nelle relazioni internazionali di un sito Unesco. In attesa che l'assemblea dei soci possa indicare tre ulteriori componenti, per il momento con loro in squadra ci sono quattro uomini: Giuseppe Maset per la Provincia, Ivo Nardi per la Cciaa, Vincenzo Sacchet per l'Ipa e appunto Giustiniani per il Consorzio.
L'IMBARAZZO
Inevitabilmente sulla cerimonia è aleggiato un velo di imbarazzo, viste le tensioni interne all'ente dei produttori, pare legate anche alla corsa per la successione di Nardi alla presidenza del lo stesso Consorzio. Un possibile ruolo rispetto a cui Giustiniani, esponente della nobile famiglia Collalto e presidente di Confagricoltura Veneto, non si è tirato indietro: «Se il consiglio di amministrazione me lo chiedesse, mi metterei a disposizione». Decisamente signorile, comunque, l'uscita di scena di Nardi: «Auguro buon lavoro alla nuova associazione ed è chiaro che le sarò sempre amico. Ho lavorato, lavoro e lavorerò sempre per queste colline, perché ci credo sia come agricoltore che come cittadino».
IL PATTO
Un territorio che «non è casa mia, ma patrimonio di tutti», come hanno ricordato gli studenti dell'istituto guidato da Mariagrazia Morgan, citati per questo da Massimo Riccardo, ambasciatore italiano all'Unesco e fra i protagonisti della missione azera, insieme ai curatori del dossier Mauro Agnoletti, Amerigo Restucci e Leopoldo Saccon. Si è affidato ai ragazzi pure Fabrizio Megani, nuovo soprintendente del Veneto Orientale, per dare la misura «di quello che si potrà e non si potrà fare» nella zona: «Serve un patto tra scuola, istituzioni, viticoltori e cittadini per il bene comune». Zaia ha però fissato anche un più prosaico obiettivo numerico: «Portare le presenze da 350.000 a 1 milione, in alberghi diffusi da raggiungere a piedi, in nome di un turismo informato sui luoghi e rispettoso dell'ambiente».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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