GRANDI OPERE
VENEZIA Il Mose è pronto al primo test sul campo con l'acqua

Domenica 20 Ottobre 2019
GRANDI OPERE
VENEZIA Il Mose è pronto al primo test sul campo con l'acqua alta vera. O meglio, sarebbe pronto. Perché il Provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto, l'ente governativo a cui spetta la regia sull'opera, vuole effettuare il test alla prima acqua alta sostenuta della stagione, che da statistiche potrebbe arrivare nelle prossime settimane. Peccato che manchi il piano di avviamento, che il Provveditorato ha chiesto dal 2015 al Consorzio Venezia Nuova (il braccio operativo) e che non è mai stato consegnato. Il test sul Mose, che sarebbe effettuato limitatamente alle barriere piazzate alla bocca di Porto del Lido, sarebbe il primo effettuato con le condizioni reali, vale a dire in presenza di una marea di almeno 120-130 centimetri sul medio mare, che per Venezia di solito vuol dire marea sostenuta, con un allagamento pari al 46 per cento della città storica. Una sorta di prova generale destinata per ora a restare sulla carta.
IL PROTOCOLLO
Un anno una proroga, un anno un'altra, ad oggi manca infatti un protocollo completo in base al quale mettere in moto l'innalzamento delle paratoie in caso di marea eccezionale. Sono stati fatti i test sulle paratoie, le barriere funzionano, sono stati presi accordi di volta in volta con alcune istituzioni, in un regime di grande collaborazione, ma il piano di avviamento non c'è proprio. È vero che l'opera non è finita, che il funzionamento non è stato ancora collaudato se non a piccoli pezzi, ma il provveditore Roberto Linetti, ormai in pensione dal 1° settembre senza che da Roma sia ancora stato individuato il successore, aveva ipotizzato che nelle prossime acque alte autunnali si sarebbe potuta chiudere almeno una delle bocche di porto, quella del Lido, anche per testare questa volta concretamente, dopo tante teorie e tanti studi idraulici in vasca, l'effetto fino agli estremi confini lagunari del rallentamento della marea che si otterrebbe mettendo un tappo. Al Lido ad esempio si sarebbe potuta azionare la barriera in caso di vento da scirocco, il più temuto in centro storico perché sostiene la marea impedendone il deflusso, con il risultato di ritrovarsi con un picco elevato per molte ore. Si sarebbe potuto replicare chiudendo a Chioggia in caso di bora, dove la marea si insacca in caso di vento dai quadranti settentrionali. Invece la stagione delle acque alte è alle porte e la possibilità di testare il funzionamento della grande opera si allontana.
LA CORROSIONE
Nel bilancio del Consorzio del 2018, appena licenziato dai commissari, si mantiene come ipotetica data di consegna il 31 dicembre 2021, cioè fra 26 mesi. A patto di raggiungere un valore della produzione per il 2019 di 150 milioni di euro. A giugno ne erano stati raggiunti una cinquantina. Nei giorni scorsi è stata aggiudicata la gara d'appalto per la manutenzione delle barriere della schiera di Treporti, per una cifra intorno ai 18 milioni di euro, alla Cimolai di Pordenone, salvo sorprese dal punto di vista giudiziario, dopo i numerosi ricorsi delle ditte escluse. Mentre è ancora lontana dalla conclusione la sfida contro la corrosione, perché in base a un recente pronunciamento dell'Anac dovrà essere rinominata la commissione che dovrà scegliere l'impresa incaricata di trovare una formula per migliorare la durata degli steli delle cerniere, già intaccati dalla corrosione nonostante da progetto sarebbero dovuti durare un secolo.
Raffaella Vittadello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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