La riflessione
Il difficile cammino
dell'integrazione:
come affrontarlo
La

Lunedì 16 Novembre 2020
La riflessione
Il difficile cammino
dell'integrazione:
come affrontarlo
La recente polemica sui movimenti migratori nel nostro Paese, a seguito anche delle vicende accadute a Nizza, ai continui sbarchi provenienti dalla Tunisia e all'arrivo di importanti flussi di persone che vengono da molte nazioni in cerca di un futuro meno indegno, ha risollevato il delicato tema della presenza nel nostro Paese di gruppi di stranieri, culturalmente percepiti come altri o mediaticamente poco graditi. La questione tocca infatti il futuro non solo del nostro Paese ma della stessa Europa e la capacità di gestire confini e flussi di persone. La discussione è fondamentale per la nostra coscienza civile: ci impone infatti di determinare i confini di casa nostra, i confini all'interno dei quali alcuni possono entrare e restare liberamente; altri no. Con ogni probabilità lo schema diritto di ingresso/espulsione prospetta la fastidiosa ipotesi che ci siano forme di diversità e di Illegalità, sollecitate spesso da egoismi localistici e chiusure xenofobe, che devono essere gestite e affrontate. Questo schema ruota attorno alla nozione di cittadinanza e alla definizione di chi è ospite e chi non lo è. Questa impostazione ci dice che l'immigrato, per quanto povero e fastidioso, può essere disincentivato, momentaneamente spostato, ma non può essere definitivamente rimandato a casa se non vuole andarci; perché dove è arrivato è, in parte, anche casa sua così come lo è il veneto per il piemontese, la Lombardia per il calabrese. Si rivela qui tutto il pressappochismo di chi fa finta di risolvere il problema bloccando i vari flussi in entrata, ma non ha il coraggio di dire che vi sono alcune nuove forme di povertà importate che dobbiamo incominciare a considerare come povertà nostre. La questione ruota attorno al concetto che chi arriva da lontano non deve avere mai la sensazione di essere lasciato solo. Allora è importante trovare una proposta di accoglienza da offrire a chi vive situazioni di grande sofferenza, d'ingiustizia senza apparente prospettiva di uscita. Io credo che ci voglia la capacità di generare una fonte di amore costante, che non ha bisogno di reciprocità ma che rappresenti una opportunità di accoglienza, una idea buona dell'uomo che generi idee buone da mettere in circolo, facendoci sentire partecipi di tutto ciò che avviene attorno a noi. È un invito alla speranza, un invito a vivere quella gioia che riempie il cuore e la vita intera.
Giorgio Vendrame
ex dirigente di Unindustria Treviso
Il pensiero
Natale 2020, serve
una festa speciale
Anche quest'anno, dentro un periodo difficile di pandemia e burrascoso, è arrivato il Natale, porta sempre freddo e neve, creando un'atmosfera di buona armonia per festeggiare questa festa speciale. Questa bella festa, ci dà la forza di affrontare al meglio il covid e raggiungere l'obiettivo di una rinascita, bisogna restare uniti con responsabilità e sacrificio, nella condivisione, solidarietà per superare le difficoltà. C'è bisogno di un Natale pieno di umanità, per ricordare con amore i nostri cari anziani, è venuta a mancare la loro saggezza, esperienza, sapere, per colpa del covid in silenzio se ne sono andati. Questo periodo buio per il covi con la ricorrenza della nascita di Gesù bambino ci porti luce speranza, illumini il nostro cammino, per costruire dentro i valori, di amicizia, gentilezza l'umana fratellanza. C'è bisogno di un Natale solidale, superare le barriere e costruire ponti, per aiutare, di più e meglio, i più bisognosi, i vecchi, gli ammalati i diversamente abili, gli immigrati, compiere buone azioni con orgoglio. C'è bisogno di un Natale, di responsabilità e impegno per la natura e l'ambiente, da curare e salvaguardare, la terra è la nostra preziosa casa comune, piena di infinite bellezze di vite, da ammirare e da rispettare. C'è bisogno di un Natale, di collaborazione, di relazioni sane e umane fatte con amore e gentilezza, dare tutti il meglio di noi per il bene comune.
Francesco Lena
Cenate Sopra (Bg)
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