Cagnotto e Dallapè sincronizzate con la storia: seconde in coppia

Lunedì 8 Agosto 2016
Non è pioggia, sono gocce d'argento. Tania&Francesca si commuovono, le lacrime a bordo vasca subito dopo l'ultimo tuffo in attesa di un giudizio finale che già sanno meraviglioso. Finalmente sono là dove meritano, sul podio olimpico, che le aspettava impaziente da troppi anni. E' Rio ma sembra Bolzano. Ma chi se ne importa. Il cielo sopra il Maria Lenk, lo stadio dei tuffi dedicato alla nuotatrice brasiliana, è grigio e lascia cadere gocce inquietanti. Ma in fondo è il clima naturale per due ragazze nate in Trentino Alto Adige. Qui all'aperto in mezzo alle polemiche che hanno accompagnato la scelta, Tania e Francesca si tuffano nel loro sogno più grande: quella medaglia che nessuna donna italiana aveva ancora conquistato e che a Londra era sfuggita in modo amaro. Impossibile che nel grande libro dei cinque cerchi non ci fossero incisi i nomi di una coppia così forte che in stagione ha conquistato tre argenti e un bronzo nelle quattro tappe delle World Series vincendo anche l'ottavo titolo europeo di fila nella rassegna continentale di Londra, disputata a maggio. E' andata bene nonostante tutto.
La Cina è lontana, ma questo lo si sapeva: Wu Minxia e Shi Tingmao attraversano l'aria come fossero un corpo solo per poi entrare in acqua violando le leggi della fisica senza alzare il minimo schizzo. Ma dietro, umanissime ci sono loro. Umanissime come la paura di essere troppo vicine al traguardo che le porta a sbagliare il penultimo tuffo: il triplo salto mortale e mezzo avanti carpiato. Con un sincro mai trovato e una entrata in acqua troppo dissimile. Ma c'è chi fa molto peggio: le canadesi che a Londra si erano portate via il bronzo, sbagliano si dall'inizio autoescludendosi dalla lotta per l'argento. Le britanniche non entrano mai in gara. Le australiane si esibiscono in fuori sincro non degni dei cinque cerchi. L'argento è della coppia Cagnotto-Dallapè.
I riflettori indugiano su Tania. E' lei, non ce ne voglia Francesca, la star. E' arrivata al top nell'anno olimpico, non le era mai davvero capitato: prima di Londra 2012 agli Europei di Eindhoven era arrivata quarta dai 3 metri. Un disastro. Poi sappiamo come andò a finire. Ora invece si sente anche più forte fisicamente, merito soprattutto del lavoro fatto anche in palestra perché dal 2013 ha iniziato a tuffarsi con la testa più libera, quasi solo per divertirsi. Perché quella feroce delusione subita a Londra le ha insegnato che non si può lottare contro il destino. Questa sarà la sua ultima Olimpiade, poi probabilmente proseguirà per un altro anno.
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