Parco
Poltrone spartite,
senza curriculum
Uno pieno di competenze Ennio

Lunedì 17 Giugno 2019
Parco
Poltrone spartite,
senza curriculum
Uno pieno di competenze Ennio Vigne l'uomo giusto al posto giusto. Lo ha detto il presidente della Provincia Padrin, in un commento di giubilo sulla stampa per il commissariamento del parco delle Dolomiti bellunesi. E in coro a seguirlo come pappagalli appollaiati gli esponenti della politicantocrazia bellunese, senza vergogna, senza dignità. Fatevi una domanda e datevi una risposta. Voi assumereste per qualsiasi incarico anche il più scarso, uno che vi i porta un curriculum vuoto come quello di Ennio Vigne (si può consultare su google)? Uno con grande esperienza ha detto l'onorevole D'Incà. Ma a leggere il curriculum mi chiedo, ma dove sta tutta sta esperienza? Il paradosso e che questi politici in campagna elettorale si riempiono la bocca di meritocrazia competenza, i nostri giovani. Ma gira e rigira le poltrone vanno sempre ai soliti noti per meriti ignoti.
Tessarolo Giovanni
La denuncia
In escursione a Colos:
luogo abbandonato
Recentemente mi sono recata a fare un giro sull'alto Vallon di Aune, anfiteatro meraviglioso sotto le pareti sovramontine: Passo del Sant'Antonio, Pala Alta, Buse del Cavaren e Monsampiano, raggiungibili dal sentiero Cai numero 801. La meta della mia escursione era la località Colos, di proprietà del Parco Nazionale dolomiti Bellunesi da molti anni. Le casere di Colos si vedono anche dal sentiero che porta al Rifugio dal Piaz (gestito da sovramontini). Sono lì proprio ai piedi delle pareti di roccia, riparate e allo stesso tempo ben evidenti. Purtroppo, constatando lo stato di totale abbandono di questa località, non posso che chiedermi il perché venga lasciato inghiottire dall'incuranza totale un terreno con due fabbricati restaurati meravigliosamente. Le casere sarebbero idonee all'accoglienza dei viandanti che troverebbero questi edifici luogo di ristoro e meta di rifugio, se solo trovassero una porta aperta e un giaciglio modesto. E perché no. Un prato sfalciato almeno una volta l'anno.
Non riesco a comprendere la filosofia di fondo di questo Ente Parco, che preferisce che la natura abbia il sopravvento o forse meglio dire inghiottisca i beni che non sfruttare il momento corrente, che rilancia il turismo soft, turismo di cammino turismo lento. Inutili i proclami di promozione se poi di fatto i patrimoni sono così mal sfruttati. La mia è certamente un'osservazione basata sui dati di fatto ben visibili, però immagino questo posto tenuto con un minimo di pulizia interna ed esterna. Forse basterebbe un po' di correttezza per far tornare un minimo di credibilità e fiducia nelle istituzioni presenti qui sul territorio.
Marisa Dalla Corte
Il caso
Multe fantasma
rischio anarchia
Il 31 maggio scorso alla radio il sindaco di Agordo ha dato esauriente spiegazioni circa le modalità di punizione per eccesso di velocità con gli ometti stradali automatici di rilevamento, dicendo che senza la presenza fisica dell'agente-sanzionatore non si possono elevare contravvenzioni. Come di re correte finché volete massimo con le moto che nessuno vi romperà le scatole. Certo ci vuole un range di tolleranza nel rilevamento, ma a volte si sfiora l'anarchismo incosciente.
Adriano De Col
La Valle Agordina
Cultura
Vito Vecellio:
occhio sulle Dolomiti
Puntuale come un cronografo elvetico, quando l'estate fa capolino, Vito Vecellio si mette in pompa magna, proiettandosi sul proscenio culturale dolomitico, con le opere che sono un inno alle beltà paesaggistiche di casa nostra in un mix tra passato e presente, abbinandole a personaggi sui generis che, in un modo o nell'altro, hanno lasciato un'impronta indelebile tra le montagne che lui adora. Il fotografo di Pelos di Cadore ha nella forza psicologica la sua più grande prerogativa: non gli sfugge nulla, ha un occhio d'argo peculiare, capace di scandagliare momenti ed episodi che ai più sfuggono. La sua vis l'ha portato ad esporre in gran parte del vecchio Continente, incontrando ovunque assensi per la sua professionalità. Ora ha fatto (l'ennesimo) passo avanti e nel suo variegato menu estivo (ha in locandina una decina di mostre in tutto il bellunese) ha inserito, unitamente al suo braccio destro Francesca Casanova, altra artista di alto profilo, un libro catalogo che congloba la creme delle opere esposte a Lorenzago Aperta, una rassegna d'ampio respiro, che nella sua storia (è approdata alla 19ma edizione) ha visto sfilare il top dell'arte, della cultura e della fotografia. Il catalogo, riccamente illustrato da immagini, testi e materiale, architravi realizzati dallo stuolo di personaggi che hanno dato lustro e prestigio alla mostra, si incardina su 150 pagine, molte delle quali decisamente accattivanti. L'uscita del volume è prevista per l'ultima decade di luglio.
Giuseppe Da Sacco
Cadore
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