La politica
Assuefatti
alle bufale
Da lunghi anni ci siamo ormai assuefatti

Mercoledì 1 Luglio 2020
La politica
Assuefatti
alle bufale
Da lunghi anni ci siamo ormai assuefatti alle spudorate menzogne dei politici. Dal meno tasse per tutti al milione di posti di lavoro di Berlusconi, al rimpatrieremo 600mila clandestini di Salvini, all' abbiamo sconfitto la povertà di Di Maio, solo per citare alcune promesse da marinaio, siamo arrivati al Nessuno perderà il lavoro a causa del coronavirus di Gualtieri. Ma mentire non vuol solo dire una cosa non vera, ma anche fare promesse che si sanno inattuabili, distorcere i fatti, sottacere lo scopo reale di un atto politico. Di fronte a questo mare di bufale, mi chiedo quanto la stampa ed i media contribuiscano a fare da cassa di risonanza ai nostri Pinocchi matricolati. Capisco le difficoltà di fare buona informazione in questa palude, ma penso che il giornalista dovrebbe ogni tanto incalzare il politico di turno ricordandogli le bugie dette. Perchè compito dell'informazione in una democrazia è in primis quello di informarci di cosa stanno veramente facendo Lor Signori con i nostri soldi ed in nostro nome.
Umberto Baldo
Abano Terme
Coronavirus
La lezione
delle decrescita
L'unico fatto importante che ci offre l'attuale pandemia è che l'assembramento, la concentrazione di popolazione è una manna per il primo virus che passa per strada. Egregi signori è la natura che dà un assaggio dei suoi principi e sta all'essere umano, ospite del pianeta, adeguarsi. Un esempio indicativo è la via del mare, un superstrada per portare sempre più turisti alle spiagge. Non si è capito che il distanziamento non sarà solo per quest'anno ma, se siamo previdenti, sarà per sempre e quindi richiederà un diverso e più consono turismo balneare, concentrare i turisti per ottenere più guadagni non sarà più possibile. Un ristorante che stipava gli avventori per avere 100 coperti dovrà incassare solo per 30 coperti e qui sorge il vero problema: i costi, il denaro che tante categorie si sono abituate a spremere alla piccola azienda. Dappertutto gli affitti sono alle stelle, le bollette ci marciano che è un piacere, le banche tra tassi e commissioni si inventano nuovi dispositivi per crearsi entrate certe, i Comuni gongolano... Il gioco al rialzo, che per decenni ha distrutto le attività essenziali e poco impattanti per la collettività, questo tipo di gioco è finito anche se quasi tutti non l'accettano. Non vi dà da pensare quando entrate in un supermercato o centro commerciale ed assistete alla dispersione della clientela? Non è l'esatto principio opposto al concetto per cui è stato costruito? Potrà vendere o incassare come quand'era strapieno? Qualcuno potrebbe definire l'attuale situazione come decrescita infelice e sta a noi italiani decidere quale futuro per noi anziani e i nostri figli e nipoti.
Emilio Baldrocco
Venezia
Musicisti
Fateci lavorare
almeno per strada
Il sindaco di Venezia parla spesso di schei, ma i regolamenti comunali non permettono che alcuni cittadini possano guadagnarli onestamente. In un momento in cui viene concesso ai più la possibilità di ripartire, la categoria a cui appartengo deve sottostare a pesanti e penalizzanti condizioni, sia dal punto di vista economico che da quello dell'immagine della categoria. I musicisti professionisti veneziani, che come gli altri lavoratori dello spettacolo non vedono neanche l'alba dell'inizio di una fase di ripresa, sono ancor più penalizzati non potendosi nemmeno esibire come artisti di strada. Il regolamento comunale prevede infatti solo 10 permessi mensili da spartirsi tra musicisti, madonnari, burattinai e giocolieri. Contravvenendo al regolamento, s'incorre non solo in multe salate, ma nell'iniquo sequestro dello strumento neanche fossimo criminali che vanno disarmati. Dopo alcuni incontri con le istituzioni, inizialmente promettenti, all'improvviso un muro si è alzato sulla questione. Mi chiedo se è così difficile concedere ai musicisti veneziani che hanno un diploma, o hanno compiuto studi superiori, o sono iscritti all'Enpals, insomma a chi è professionista residente in città, un permesso per suonare in luoghi e orari prestabiliti così da cominciare a guadagnare in attesa che si torni alla normalità, come accade in tanti altri luoghi, vedi la vicina Padova.
Luca Toso
Venezia
La Fase 3
Quanto ci mancano
la moda e i vestiti
Con sommo piacere ho visto che la Luciana Boccardi è tornata a graffiare, ci mancava e ci voleva, sul suo giornale e con un libro fresco di stampa, dicendo semplicemente le cose come sono e come stanno, da brava veneziana, che l'ironia viene da sola. Mi ricorda la Elsa Maxwell vista una sera di tanti anni fa, uscire da palazzo Labia, non ancora Rai, dalla parte della fondamenta per salire sulla lancia che sparava battute a nastro, e il codazzo degli amici del suo seguito e giornalisti che sgomitavano per starle vicino e non perderne una, e io sbarbatello tra il popolo, meno smagato di adesso ma tenuto a distanza dal servizio d'ordine... La Moda, già la moda, la Boccardi sa, che al momento sta in sonno per mille ragioni, qualcuno si vende il marchio, e a fare i cinici non si può dar loro tutti i torti, resta un fatto però, che alla gente manca un riferimento, alle donne soprattutto, è vitale quel primavera/estate e l'assurdo è che teniamo nelle nostre case armadi e cassettoni pieni di varia vestimenta, tanto che a volte la doniamo alla Caritas, ma non siamo stimolati all'acquisto, e dire che c'è tanto bisogno di far girare i soldi e far lavorar la gente. Passerà anche sto brutto momento...
Piergiorgio Beraldo
Mestre
Jesolo
La linea dura
non esiste
Leggo sulla prima pagina de Il Gazzettino di oggi che a Jesolo sarebbe stata adottata la linea dura e mi chiedo francamente rispetto a cosa: mio figlio ventenne ha passato questo weekend proprio a Jesolo e sia nella famosa discoteca dov'è andato sia nei locali notturni mi ha detto di non aver visto forze dell'ordine né controlli sui distanziamenti. Ho i video che dimostrano che la presunta linea dura non esiste affatto.
Luca Alfonsi
Bonus vaanze
Fumo
negli occhi
Da domani si può fare richiesta del bonus vacanze, ma quante strutture turistiche lo accettano? Ho provato a mandare alcune richieste ad alberghi e nessuno è disposto ad accettarli con la motivazione che non si fidano dello stato italiano. Un albergo mi ha risposto avanzavo dei soldi dallo Stato e sono riuscito ad averli dopo 3 anni. Forse sarebbe stato più facile che chi poteva avere il bonus lo potesse detrarre dalle tasse, presentando fatture e Ise, il prossimo anno? Dei due miliardi e rotti di euro stanziati per il bonus lo Stato ne elargirà pochissimi, forse è stato un po' di fumo negli occhi. Chi aveva deciso di andare in vacanza ci va lo stesso e non potrà usufruire di niente.
Elio Avezzu
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