IL LIBRO
Campodarsego, comune dell'Alta Padovana, ha una storia lunga secoli

Mercoledì 20 Febbraio 2019
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Campodarsego, comune dell'Alta Padovana, ha una storia lunga secoli che inizia dal Graticolato romano, di cui il territorio è parte integrante. Un'anima antica, di cui ancora oggi Campodarsego conserva un modello sociale e culturale ben radicato nel passato e pronto alle sfide future. Lo storico Claudio Marcato, con la sua prima pubblicazione Abitare a Campodarsego, è riuscito ad aprire uno squarcio sulla comunità rendendo l'opera apprezzabile perché dà valore e prestigio al territorio.
Quando compare per la prima volta il nome Campodarsego?
«Appare per la prima volta in un atto del 21 gennaio 1199 dove si fa cenno alla Villa Campi de Arsico. Già dal 1137 però troviamo diversi accenni a questa località come Campopremarino, toponimo con chiari riferimenti al mare e alla sosta delle greggi prima di recarsi in prossimità della laguna per i pascoli invernali. Con l'avvento degli influssi di una cultura comunitaria basata sull'agricoltura più che sulla pastorizia, l'antico nome va via via scomparendo per lasciare il posto all'attuale».
Qual è l'origine più accreditata?
«Certamente trae origini da un luogo disboscato, da un terreno reso produttivo (Campus), nelle cui vicinanze scorreva il fiumicello Arsicus, un corso d'acqua nominato spesso in passato, prima della sistemazione delle acque fatta dai Veneziani, con chiari riferimenti ad un rivolo quasi asciutto (arsus). Il territorio era però abitato da molti secoli prima e il punto di partenza della storia di Campodarsego non può essere che il Graticolato Romano. Nel periodo paleoveneto la zona dell'Alta Padovana si presentava ricca di vegetazione, godeva di un clima temperato, beneficiava della pendenza del terreno che permetteva il lento deflusso delle acque piovane ed era percorsa da una strada che collegava i due grossi centri di Padova e Asolo. Questa pista dei veneti fu poi ingrandita e chiamata Via Aurelia dal proconsole Aurelius Cotta nel 74 a.C. Non a caso quindi i Romani, esperti geometri del territorio agricolo, hanno scelto proprio questo lembo di terra che va dal Brenta al Muson Vecchio, per realizzare la Centuriazione dell'Agro Padovano».
Il territorio del Graticolato romano è caratterizzato anche dai corsi d'acqua.
«Il Muson prima di tutto. Un torrente insignificante adesso, ma fiume importantissimo nei tempi remoti. In epoca romana faceva da confine all'agro centuriato di Padova, detto appunto Cis Musonem, con quello di Asolo e di Altino. Dopo la conquista del territorio padovano da parte della Serenissima, i Veneziani erano preoccupati per l'enorme quantità di detriti e di fango che il Muson riversava in Laguna, tanto che Marco Corner insisteva nel dire che se si va avanti di questo passo, senza provvedere, presto sentiremo le rane a cantare in laguna renduta in canedo».
Giancarlo Noviello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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