Ficarolo
Il grave errore del no
a Liliana Segre
Egregio signor sindaco

Venerdì 30 Aprile 2021
Ficarolo
Il grave errore del no
a Liliana Segre
Egregio signor sindaco Fabiano Pigaiani, la decisione di negare a Liliana Segre la cittadinanza onoraria francamente non ci ha colti di sorpresa. Saremmo ipocriti se affermassimo il contrario. Non ci ha stupiti e francamente, a differenza di altri, non siamo nemmeno amareggiati o politicamente sconvolti dalla sua scelta. Semplicemente ce l'aspettavamo e in fondo, politicamente, è molto meglio così.
L'occasione di dimostrarsi altra persona rispetto alla parte politica che in qualche modo lei rappresenta, ancora una volta si è persa in una demagogia sterile, poco attenta al significato di un'azione e reticente a una comprensione del testo tecnicamente utile ad affrontare le diverse argomentazioni proposte.
Vede, signor sindaco, non è sufficiente raccattare da Wikipedia (o strumenti simili) qualche informazione utile a narrare la statura di un personaggio per poi azzerare tutto, apparentemente senza dubbio alcuno, assegnando alla decisione in questione una territorialità che in un mondo globalizzato non è pari nemmeno al Chianti o al radicchio trevigiano.
Lei, signor sindaco, afferma che Liliana Segre «in nessun modo ha mai avuto a che fare con il nostro paese e vive in noi la profonda convinzione che i destinatari di questa onorificenza debbano aver avuto una parte, seppur piccola, nel percorso della nostra comunità». E ancora: «Il legame con Ficarolo, con le sue radici o la sua storia, diventa requisito essenziale per il conferimento della cittadinanza onoraria di chiunque». La chiusura è poi, a nostro avviso, fragorosa: «Ci rammarica rispondere negativamente a questa proposta, ma lo facciamo in onore di una scelta legata al territorio, alle persone che lo vivono e lo arricchiscono ogni giorno. Tracciare un legame è requisito essenziale ed imprescindibile».
Ebbene, la vacuità di queste affermazioni è chiara, ma siccome pensiamo necessario motivare giudizi così decisi, non possiamo esimerci dall'affermare alcuni principi che, secondo noi, dovrebbero caratterizzare un percorso intellettualmente onesto finalizzato al conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre.
«In nessun modo ha avuto a che fare con il nostro paese»: è vero, Liliana Segre non è mai passata a Ficarolo, ma lo scranno di senatrice a vita crediamo se lo sia conquistato portando a migliaia di studenti (forse anche qualche ficarolese) la testimonianza di una persecuzione che poco ha avuto di territoriale e ha coinvolto milioni di persone in tutta Europa. E poi, credo ne sia a conoscenza, è stata nominata presidente della commissione parlamentare contro l'hate speech e in qualche modo, questo ci auguriamo, il suo lavoro ricadrà positivamente anche sul nostro comune. Un comune italiano uguale a tanti altri che, invece, la cittadinanza onoraria l'hanno assegnata.
«Il legame con Ficarolo, con le sue radici e la sua storia, diventa requisito essenziale»: sarebbe facile rammentarle che il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, ha appena deciso di assegnare la cittadinanza onoraria ad Antonia Arslan e Tanek Akcam. Secondo lei la motivazione è il legame con il territorio o una presa di posizione chiara e netta nei confronti di un atteggiamento negazionista da parte della Turchia? Fabbri non ci sembra un pericoloso comunista, crediamo sia politicamente molto più vicino a lei, eppure nel momento della scelta ha voluto sottolineare da che parte stare. Ma non è solo questo. Secondo lei le radici e la storia di un paese come Ficarolo si sono autogenerate? Ficarolo è un paese ermafrodita? Quello che siamo, o meglio, in questo caso siete, l'avete attinto dalla quotidianità legata ai confini territoriali o avete avuto la bontà di ascoltare gli stimoli del mondo circostante?
La cultura, la storia, i diritti, la crescita di un territorio, l'affermazione di valori universali, caro signor sindaco, non si possono definire «requisiti essenziali inesistenti». Liliana Segre è patrimonio educativo, culturale e intellettuale per tutti i cittadini di questo mondo, ficarolesi compresi, lei e noi compresi e per un sindaco desideroso davvero di educare i propri giovani all'accoglienza delle diversità, il dovere di annoverare Liliana Segre tra i propri cittadini dovrebbe essere, questo sì, «essenziale ed imprescindibile».
Ci risparmi il rammarico, signor sindaco, siamo persone adulte e mature, non abbiamo bisogno del suo rammarico e ci risparmi anche l'onore di una scelta legata al territorio, a nostro avviso scelta assolutamente, per il territorio e i cittadini, tutto tranne che onorevole. Le idee di Liliana Segre, che per un attimo abbiamo pensato potessero diventare un pochino più nostre attraverso politiche di attenzione affrontate dalla nostra amministrazione comunale, l'assessorato alla Cultura, il comitato di gestione della biblioteca comunale (a proposito, il libro della Segre è stato acquistato?) in virtù della decisione di assegnarle la cittadinanza onoraria, cammineranno comunque sulle nostre gambe.
E per chiudere, esprimendole la nostra più sentita e politicamente corretta disapprovazione, le consegniamo le parole della senatrice a vita: «Il mio impegno di testimone e di parlamentare per lo sviluppo della conoscenza storica e in generale per la formazione di ragazzi e ragazze rientra proprio nella consapevolezza dei problemi legati all'ignoranza, agli atteggiamenti violenti e discriminatori, alla diffusione della logica dell'insulto, delle offese e della falsità. La democrazia deve rispondere nel suo insieme; come scuola, come sistema dell'informazione, come istituzioni politiche, locali, nazionali e internazionali, per arginare fenomeni come la violenza fisica o verbale. Se non riusciamo a garantire questa crescita generale della nostra società, pretendere di arginare la marea di fake news e insulti sarà come vuotare l'oceano con un bicchiere. Una volta Piero Gobetti scrisse che il fascismo era l'autobiografia di una nazione, di un Paese povero, ignorante, rancoroso, senza una classe politica davvero nazionale, democratica, responsabile. La dittatura nacque proprio da un fallimento storico delle classi dirigenti. Ancora una volta la storia ci deve essere maestra».
Ebbene signor sindaco, le lasciamo queste riflessioni e con apertura e umiltà, la invitiamo a ripensarci: i valori, i principi, le idee non si confinano in un territorio e non si legano all'immediato tangibile, «anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio!».
Rifondazione comunista
Circolo di Ficarolo
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