Botta e risposta
Le vetture
dei politici
Faccio riferimento alla nota del

Sabato 14 Settembre 2019
Botta e risposta
Le vetture
dei politici
Faccio riferimento alla nota del Sig. Dori pubblicata l'11 settembre, nella sua rubrica. Se il Sig. Dori avesse guardato attentamente le vetture utilizzate ora dai membri del nuovo Governo, avrebbe notato che la numerazione delle loro targhe è ben antecedente a quella distribuita in questi giorni alle vetture di nuova immatricolazione. Erano, dunque, i membri del passato Governo (quello autoaffondatosi grazie alle ultime iniziative dell'ex Ministro dell'interno) ad aver avuto sospetti rapporti con la Sig.ra Merkel per l'acquisto delle vetture. Concordo, invece, con il disappunto del Sig. Dori nei riguardi del mancato utilizzo di autovetture italiane. Basterebbe, però, che il Sig. Dori non si scandalizzasse poi nel vedere membri del Governo scorrazzare in qualche berlina della Maserati, unica produttrice italiana di vetture che, per dimensioni e potenza potrebbero, forse, adattarsi alla necessaria blindatura. Forse il Sig. Dori non sa che, per esigenze di sicurezza, in tutto il mondo i membri più importanti dei Governi utilizzano vetture blindate.
Giorgio Mattiello
Grandi navi
Vanno tenute
fuori della laguna
Dopo l'incidente e il mancato incidente accaduto in Bacino di San Marco a due grandi navi dove abbiamo rischiato una catastrofe umana e ambientale, noto che le navi vengono accompagnate da ben tre rimorchiatori nel loro passaggio. Così, ora, ai nocivi fumi delle grandi navi si aggiungono, in andata e ritorno, anche quelli dei rimorchiatori che tra, l'altro, poco o nulla possono fare in caso di avaria del mezzo accompagnato. Da qui l'urgenza di ricevere i pericolosi grandi mostri d' acciaio fuori della laguna e non come si prospetta a Marghera e tanto meno a Chioggia dove si correrebbe lo stesso pericolo per tutti. Ne va della sicurezza delle genti e del loro territorio, patrimonio dell'umanità e della stessa dignità umana.
Armando Mondin
Preganziol (Treviso)
Auto blu
Le uniche italiane
sono Maserati
Faccio riferimento alla lettera del Sig. Dori pubblicata l'11 settembre. Se il Sig. Dori avesse guardato attentamente le vetture utilizzate ora dai membri del nuovo Governo, avrebbe notato che la numerazione delle loro targhe è ben antecedente a quella distribuita in questi giorni alle vetture di nuova immatricolazione. Erano, dunque, i membri del passato Governo (quello autoaffondatosi grazie alle ultime iniziative dell'ex Ministro dell'interno) ad aver avuto sospetti rapporti con la Sig.ra Merkel per l'acquisto delle vetture. Concordo, invece, con il disappunto del Sig. Dori nei riguardi del mancato utilizzo di autovetture italiane. Basterebbe, però, che il Sig. Dori non si scandalizzasse poi nel vedere membri del Governo scorrazzare in qualche berlina della Maserati, unica produttrice italiana di vetture che, per dimensioni e potenza potrebbero, forse, adattarsi alla necessaria blindatura. Forse il Sig. Dori non sa che, per esigenze di sicurezza, in tutto il mondo i membri più importanti dei Governi utilizzano vetture blindate.
Giorgio Mattiello
Eutanasia
La morte non è
un dibattito da stadio
Questa mattina un giornale nazionale ha titolato un servizio sull'eutanasia affermando che togliersi la vita non è un diritto. Mi sorprende che la morte, ancora da essere spiegata da filosofia e religione, sia diventata un pubblico dibattito da tifosi dello stadio. Chi vuol togliersi la vita? Una che la ritiene ormai insopportabile. Eppure facciamo di tutto per vivere. Miriamo all'eternità che identifichiamo in una vita extraterrena dandole mille nomi. I faraoni, ma non solo loro, quando morivano, si facevano fare una tomba che altro non era che la casa in cui avevano vissuto. L'eternità che noi cerchiamo la identifichiamo nei figli che sono la nostra continuazione. Quindi non c'è tutta questa voglia di andarsene da questo mondo. Perché allora quando uno decide di staccare la spina, tutti gli si rivoltano contro? Eppure in ballo c'è solo lui, la sua vita, la sua esistenza. Nei tempi antichi, pagani, togliersi la vita era un fatto personale. Non interessava a nessuno. Con l'avvento delle religioni monoteistiche, dove tutto dipende da un'unico Dio, ogni cosa è un dono. Anche la vita. Quindi rifiutarla, vuol dire rifiutare un dono di Dio. C'è anche il risvolto sociale di una vita che gli altri sono costretti a sopportare e che una comoda via d'uscita potrebbe indurre a tragiche scelte. Ma se da un lato il togliersi la vita non è un diritto, dall'altro il nascere non è un dovere. Chi ci ha fatto venire al mondo senza domandarci se siamo d'accordo o meno? La vita è una festa a cui nessuno ha chiesto se è contento di partecipare. Quindi se a questa festa uno se ne va perché non vuole più esserci, nessuno può dirgli niente. Quindi, maggior rispetto della vita, dando a tutti la possibilità di viverla in modo degno e non in base a dogmi e convenzioni sociali.
Enzo Fuso
Parlamento
La democrazia
funziona così
Noi italiani, per mezzo del voto, destiniamo con le preferenze dei partiti che si mettono in lista, i deputati e senatori a rappresentarci, ma in buona ed unica sostanza possiamo solo decidere come verrà composto il Parlamento italiano, ma mai su cosa dovrebbe fare. Mai! Ammesso che il Parlamento riesca a combaciare, ormai per pura magia, i desideri degli italiani, chi si è recato nelle urne ed ha votato, diciamo correttamente e chi non si è proprio mosso da casa (sono sempre di più) si tratterrebbe, appunto, di una fortuita coincidenza. Di fatto, il governo formato, con tutte le varie implicazioni che nascono, note a tutti, fa quello che vuole. Difatti, lo abbiamo appena visto: ha appena cambiato alleanze e programmi con il cosiddetto ribaltone, ma noi non possiamo fare sentire la nostra voce, se non un mugugno da bar, sempre più flebile, perché questa realtà o questi appuntamenti ci rendono sempre più indifferenti, salvo che, mossi da sparute pulsioni emotive, si scenda in piazza, qualora autorizzati. Poca cosa, modesta, ma é l'unico mezzo che la nostra democrazia ci mette a disposizione. In definitiva l'unica maggioranza che conta si forma nelle sedi che noi conosciamo: Quirinale e Parlamento. Nella prima non dovrebbe nemmeno esserci nessuna influenza perché è Organo Super partes, solo che in questi ultimi anni è diventato molto partes, attiva, attivissima! Quindi la maggioranza non coincide mai con la maggioranza dell'elettorato, per cui attraverso il voto gli italiani possono solo sperare.
Adalberto de'Bartolomeis
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