IL PERSONAGGIO
UDINE «Sono uno dei pochi sopravvissuti di quella battaglia

Lunedì 25 Maggio 2020
IL PERSONAGGIO
UDINE «Sono uno dei pochi sopravvissuti di quella battaglia per la qualità della vita: pensavo di non riuscire a vederla realizzata». Lui è Romeo Mattioli e la battaglia cui fa riferimento è quella per la pedonalizzazione del centro. Classe 1934, socialista, Mattioli è uno dei protagonisti più longevi di Palazzo D'Aronco, avendoci trascorso ventotto anni (dal 1975 al 2003) come amministratore e consigliere comunale e venendo eletto per ben sei volte consecutive con sette sindaci diversi, da Candolini a Cecotti, passando per Zanfagnini e Mussato.
POLITICO E TECNICO
In quell'arco temporale è stato assessore alla sanità e all'assistenza, agli affari generali, alle circoscrizioni, all'edilizia, al traffico e ai trasporti (senza contare gli anni alla presidenza dell'allora Unità sanitaria locale 7 che gestiva l'ospedale di Udine e quelli alla vicepresidenza della casa di cura La Quiete). Ed è proprio con l'avvocato Claudio Mussato, che Mattioli, in una notte, eliminò le automobili da piazza Duomo: un blitz, narrano le cronache di allora, per spingere sulla pedonalizzazione il centro città, quando le aree interdette alle vetture - che potevano transitare e parcheggiare anche nell'area del municipio tra le vie Rialto e Cavour - erano ancora un'innovazione che doveva prendere piede in Italia; un blitz, portato avanti anche per bypassare le feroci proteste di una parte dei commercianti contrari all'iniziativa.
VIA MERCATOVECCHIO
Già allora si parlava di una via Mercatovecchio pedonale: sono passati quasi 30 anni per poterla vedere davvero. «Ho esposto il primo piano regolatore del traffico, firmato dall'ingegner Lucio Quaglia (tra i soci storici dell'Associazione Italiana per l'Ingegneria del Traffico e dei Trasporti di cui ancora oggi è presidente onorario, ndr), nel 1994 e il provvedimento fu approvato con 26 voti a favore e i 12 dell'opposizione contrari. Prima della seduta in consiglio comunale racconta Mattioli - c'era stata, in piazza Matteotti, una manifestazione organizzata da commercianti ed esercenti con i partiti di minoranza, che voleva influenzare la decisione dell'assemblea. L'approvazione era stata preceduta da un ampio confronto con le istituzioni, le categorie economiche, gli enti culturali. Il dibattito fu vivace, io sono stato molto aperto, ma tenendo un punto fermo: la zona pedonale di Udine, che comprendeva via Mercatovecchio, piazza Duomo e una parte di piazza XX Settembre».
LARGO AI PEDONI
Fu chiamato il piano Mattioli. Nel gennaio dello stesso 1994, l'allora assessore dette prova del suo approccio: «Di notte, d'accordo con gli uffici, ho fatto sgomberare le auto da piazza Duomo prosegue - Ormai i veicoli arrivavano fino al sagrato e cittadini e turisti non riuscivano nemmeno a entrare in chiesa».
Detto, fatto: furono imbullonate delle grandi fioriere a impedire gli accessi, un esempio di quelle che al tempo venivano soprannominate mattiolate. «Non ho mai accettato la politica del Don Abbondio, sempre incerto se andare avanti e indietro: ho sempre seguito la linea di conoscere, riflettere e agire, perché se non agisci, ricominci da capo. Dopo il blitz continua Mattioli - arrivò una lettera a Mussato in cui gli si chiedeva di cacciarmi; io dissi al sindaco che la pedonalizzazione faceva parte del programma di maggioranza e che eravamo tenuti ad osservarlo e attuarlo. Se viene meno la pedonalizzazione, gli dissi, viene meno la maggioranza. Molte volte sono stato al centro di un attacco anche troppo esasperato, ma fu una battaglia per la qualità della vita spiega l'ex assessore - per evitare gli ingorghi e l'inquinamento e restituire una città più vivibile. Al tempo, avevamo anche fatto sondaggi e la stragrande maggioranza dei cittadini era favorevole al centro pedonale».
«AVERE UNA PROSPETTIVA»
Allora come ora, spesso sono stati i commercianti a sollevare le critiche più feroci alla pedonalizzazione: «Non tutti specifica lui - ma una parte di loro si preoccupava del giorno, non della prospettiva. Il vero problema per il commercio sono i grandi supermercati alle porte della città autorizzati dalla Regione. Secondo me, avrebbero dovuto reagire adeguando l'offerta, puntando sulla specialità».
E ora che finalmente quella battaglia pare giunta al termine con successo? «Anche recentemente, quando c'è stato il tentativo di mettere in discussione il centro pedonale (con la riapertura di via Mercatovecchio nel 2018, ndr), avevo proposto il referendum; invece, alla fine hanno deciso di pedonalizzare, perché la gente vuole la qualità della vita. Ho preso atto che è stata salvaguardata la qualità vita. L'unica cosa che posso dire è che, per renderlo più vivo, è necessario un arredo attraente, che richiami la gente, in modo che aumentino le presenze. Se si fermasse solo al semplice essere zona pedonale non sarebbe completa».
ESTATE IN PIAZZA SAN GIACOMO
Sull'idea, di cui si discute in questi giorni, dell'arredo temporaneo di piazza Matteotti, con tanto di copertura verde del plateatico, Mattioli dedica un pensiero schietto e concreto: «Non entro nel merito tecnico e architettonico. Penso però che l'arredo - osserva - anche se provvisorio, in questo momento di emergenza, sia sempre positivo, perché serve per richiamare gente in centro e rivitalizzarlo».
Alessia Pilotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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