Mossa Capitale: «Difendiamo Roma dallo spacca-Italia», nasce l’Osservatorio

Sabato 13 Aprile 2019 di Simone Canettieri
«Difendiamo Roma dallo spacca-Italia», nasce l’Osservatorio

Già di per sé la foto dei relatori seduti tutti intorno allo stesso tavolo è una notizia: il forzista Maurizio Gasparri e il sovranista di sinistra Stefano Fassina, il dem Roberto Morassut con Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia e il radicale Riccardo Magi. È la risposta all’Autonomia differenziata che rischia di spaccare l’Italia e spogliare la Capitale di risorse e personale. Si chiama “Osservatorio per Roma”. Un’iniziativa parlamentare trasversale, appunto, lanciata ieri e che punta a essere più inclusiva possibile. Coinvolgendo anche i parlamentari della maggioranza gialloverde (in corso contatti con Francesco Silvestri, vicecapogruppo del M5S). Nel consiglio di questo organismo - nato su spinta dell’associazione Per Roma - fanno parte di diritto anche la sindaca Virginia Raggi e il governatore Nicola Zingaretti.



LE ISTANZE
Dice il senatore e presidente dell’Osservatorio Gasparri: «Vogliamo chiamare a raccolta, con spirito propositivo, tutte le istituzioni affinché si formulino proposte per rilanciare Roma che ha avuto una grande storia e si merita un grande futuro: La città ha già sperimentato democraticamente tutto, il giudizio lo lasciamo ai cittadini, ma ora serve una svolta». Sul tavolo nodi che tutti conoscono dalle risorse a una nuova formula di governance. Fassina: «Voglio ricordare che la spesa pro–capite dello Stato per un cittadino di Milano 3.800 euro per un romano la metà, ma dobbiamo uscire tutti dalla polemica tradizionale sui soldi a Roma, deve partire una nuova fase costituente». Per questo, aggiunge Magi, «occorre avere un approccio trasversale, ho già contattato Silvestri del M5S e mi auguro che anche gli esponenti della Lega siano interessati a questo progetto». 

Per Morassut, vicepresidente dell’Osservatorio, questa «può essere anche l’occasione per un’operazione verità sul debito storico di Roma che costringe i romani alla pressione fiscale più alta d’Italia». Per l’esponente del Pd, che da sempre spinge affinché Roma acquisti lo status di regione sul modello di Berlino, «è arrivato il momento che il parlamento sia più coinvolto e informato nella gestione del debito storico». Questa nuova spinta per la Capitale non nasce in un momento qualsiasi. Nota infatti Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera: «Roma per essere davvero Capitale ha bisogno di poteri, risorse e di una visione e in un’epoca di autonomie regionali differenziate non c’è niente di più necessario che partire da questi tre fattori».

L’ALTRO FRONTE
Questa nuova battaglia per ridare centralità alla Capitale si innesta nel dibattito in seno al governo sull’Autonomia differenziata. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna aspettano un segnale dall’esecutivo (ieri la Liguria ha formalizzato la richiesta per far partire la procedura). La Lega continua a spingere con il ministro Erika Stefani: «La tempistica in ogni caso deve essere il più celere possibile». Pronta la replica del ministro M5S Riccardo Fraccaro che ribadisce l’importanza «che il Parlamento abbia la possibilità di esprimere la propria posizione», poi «il governo e la regione ne prenderanno atto e troveranno un’intesa», osserva. Il problema è proprio questo: i governatori coinvolti non vogliono che ci siano emendamenti all’intesa dopo l’accordo tra Stato e Regioni. Su questo punto ha spinto proprio Attilio Fontana (Lombardia) durante il colloquio con Fraccaro. Ricevendo però lo stop dell’esponente pentastellato: «La decisione non compete al governo ma alle Camere e noi rispettiamo la divisione dei poteri». La vicenda dunque ancora non è stata risolta perché mancano i via libera dei ministri grilli alla bozza d’intesa tra Stato e Regioni. Salvini vuole portare a casa per le Europee il primo tassello. «Ma adesso anche c’è anche Roma - dicono dall’Osservatorio - pronta a reclamare il ruolo da protagonista che le spetta. Il governo non potrà non tenerne conto».
 

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