Unioni civili, il ministro Costa: «Le norme devono tutelare i minori e non chi vuole adottare»

Lunedì 29 Febbraio 2016 di Antonio Calitri
Unioni civili, il ministro Costa: «Le norme devono tutelare i minori e non chi vuole adottare»
La priorità della riforma delle adozioni, con l'intento di allargare il diritto alle famiglie arcobaleno e ai single come annunciato dal Pd il giorno dopo del passaggio della legge sulle unioni civili senza la stepchild adoption al Senato, non trova d'accordo uno dei principali attori dell'istituto, il neoministro alla famiglia Enrico Costa. Per l'esponente di Ncd, «i principi che stanno alla base delle adozioni sono legati alla tutela del minore e non alla tutela di chi vuole adottare. E' il momento dell'approccio serio sui reali problemi delle adozioni, che non si devono trasformare in un pretesto o nella rivincita di qualcuno».

Ministro, per il Pd la riforma delle adozioni è diventata una priorità attraverso l'indagine conoscitiva già deliberata. Lei cosa ne pensa? «Fin dall'inizio della legislatura sono state presentate molte proposte di legge finalizzate a modificare la legge sulle adozioni del 1983. Se l'approccio è quello di affrontare quali sono le criticità della normativa che hanno determinato una crisi di questo istituto, come gli aspetti farraginosi delle procedure e meccanismi che vanno certamente resi migliori, anche dal punto dei vista anche dei costi, si può essere d'accordo. Va però tenuto presente che per accelerare i tempi, non si possono far venir meno garanzie procedurali nell'interesse del minore».

 

E il fatto che il percorso passi dalla commissione giustizia lo trova corretto? «Ho fatto parte per tanti anni di quella commissione e so che è una commissione che approfondisce molto, soprattutto quando svolge le indagini conoscitive. L'ufficio di presidenza fa una valutazione molto approfondita di quelle che devono essere le persone che devono essere ascoltate, e si convocheranno certamente esperti, docenti, magistrati, operatori, rappresentanti delle associazioni. Si deve partire dai principi che stanno alla base dell'istituto dell'adozione: il diritto del minore a essere educato nella propria famiglia e l'interesse superiore del minore. Non bisogna subordinare questi principi agli interessi degli adulti».

Ieri però, diversi esponenti del Pd hanno fatto capire che il testo sarà pronto già questa settimana. Non è in contrasto con l'indagine conoscitiva che deve ancora incominciare? «Tecnicamente le due cose non sono in conflitto. A norma di regolamento ci possono essere delle proposte depositate ed un'indagine conoscitiva sullo stesso argomento. Non vedo contraddizioni».

Comunque non le sembra che la questione sia diventata di colpo prioritaria? «Ci sono proposte di legge in tema di adozioni depositate già all'inizio della legislatura che sono state piuttosto trascurate. Oggi noto un rinnovato interesse proprio all'indomani della legge sulle unioni civili. Non vorrei che si sfruttasse questo delicatissimo tema per un'improbabile rivincita. Si tratta di argomenti sensibili che riguardano il superiore interesse dei bambini e questo deve essere l'unico principio guida. Sotto il profilo politico, ci dovrà essere un'attenzione particolare da parte del Governo perché in questa materia, con il maxi-emendamento e con il voto di fiducia sulle unioni civili alcuni punti sono stati stralciati. E, se sono stati stralciati, significa che non vi è condivisione nella maggioranza su di essi».

Sta dicendo che la stepchild adoption tolta da un testo votato con la fiducia, non può rientrare in un nuovo testo come se nulla fosse. Ma le adozioni vanno riformate o no? «E' giusto affrontare in termini costruttivi questo tema perché molte criticità si sono palesate nel corso degli anni e queste criticità hanno determinato una profonda crisi del sistema delle adozioni. Un diverso approccio sarebbe da respingere: quello desumibile dalle dichiarazioni di chi, in modo disinvolto, ha sostenuto che la legge va cambiata per inserire quello che non è stato inserito nelle unioni civili. Questo sarebbe profondamente sbagliato. Un conto è un obiettivo di revisione complessiva, altro è usare questa proposta come un pretesto per far entrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta. La legge sulle adozioni si premura di porre rimedio a situazioni di abbandono e sancisce l'interesse superiore del minore. Questi principi sono intangibili».

Al di là della riforma delle adozioni, ci sono altre priorità per la famiglia italiana? «Questa settimana alla Camera discuteremo le mozioni sulla famiglia. Sarà un dibattito su tutti gli aspetti e le difficoltà che toccano la famiglia italiana. E' opportuno avviare delle politiche attive per mettere al centro la famiglia intesa come spina dorsale del paese. Vanno adottate misure concrete e per questo auspico che si mettano da parte le bandiere da esibire che hanno animato il dibattito delle ultime settimane».

A che misure si riferisce? «Ad esempio al fisco, alla conciliazione tra lavoro ed educazione dei figli. Abbiamo una crisi di fiducia che determina una forte denatalità nel nostro Paese e per invertire la tendenza, sono necessarie misure concrete».
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