Grande Assindustria: Agrusti candida anche il Friuli VG

Venerdì 10 Maggio 2019
Grande Assindustria: Agrusti candida anche il Friuli VG
L'ALLEANZA
MARGHERA Un percorso partito da lontano nel solco della riforma Pesenti. Ma anche un passo che cambia gli equilibri in Confindustria, in Veneto e a Roma, aprendo la strada anche a una grande aggregazione con il Friuli Venezia Giulia.
La fusione tra Confindustria Venezia-Rovigo e Assindustria Padova Treviso «è un processo iniziato una decina di anni fa ai tempi di Vardanega e Favrin, il seme ha germogliato poi per altre vie tra Padova e Treviso e ora c'è questa possibilità che possa aggiungersi anche l'area metropolitana - osserva Maria Cristina Piovesana, l'imprenditrice trevigiana che dal 6 giugno guiderà Assindustria Venetocentro - un percorso che è nella direzione della riforma Pesenti che va verso al regionalizzazione delle varie associazioni. Il processo è in moto, non so se potranno rientrare anche Verona e Vicenza, vediamo. Di sicuro la nuova associazione in cantiere potrà diventare un grande elettore di Confindustria come Assolombarda e altre realtà».
FINCO: UN BENE PER TUTTI
«Se andasse in porto la fusione con Venezia sarebbe un bene per tutto il Veneto con riflessi anche a Roma per la prossima elezione nazionale», confida Massimo Finco, presidente di Assindustria ed ex di Padova. Ma tra gli imprenditori di Venetocentro ci si fa poche illusioni sul poter inserire nella futura associazione metropolitana anche le territoriali di Vicenza e Verona. Belluno potrebbe arrivare, questo sì. E anche Pordenone e il Friuli Venezia Giulia.
«La fusione tra Venetocentro e Venezia è una cosa interessante, credo che vi siano anche le condizioni per allargarla a Pordenone e al Friuli Venezia Giulia. Noi da tempo abbiamo un'intensa relazioni e anche società comuni con Treviso. Mettendo lo statuto in naftalina e puntando a un processo federativo potrebbe rientrare anche la Confindustria del Friuli Venezia Giulia. L'importante è creare un'area ampia di servizi e di politiche comuni, che faccia valere la forza delle nostre imprese e del nostro sistema - commenta il presidente di Unindustria Pordenone Michelangelo Agrusti - ci vuole un esercizio di fantasia e la Confindustria del Nordest si potrà fare». Agrusti, sovranista europeo con tanto di bandiera Ue sul balcone, parte da un punto fondamentale: «La riforma Pesenti è deludente e in gran parte inutile, quello che conta è riformare Confindustria piuttosto che lo statuto. Con la presidenza di Vincenzo Boccia si è creato un clima di grande unità, non ci sono più cordate contrapposte, è il momento giusto. Dobbiamo fare il bene dei nostri associati piuttosto che seguire le ambizioni di ognuno di noi».
La strada è tracciata e gli agganci comuni sono forti, un nome su tutti: Fincantieri. Giuseppe Bono pesa sia a Trieste che a Venezia, in Confindustria come nelle città. Il tutto mentre anche le università trivenete hanno fatto fronte comune nel competence center di caì Foscari per essere protagoniste insieme alle imprese nella rivoluzione digitale oltre il 3.0. «È tutto il Nordest ormai un sistema che viaggia sulla stessa lunghezza d'onda e ha comuni esigenze - sottolinea Agrusti - le imprese del Nordest sono motlo più integrate e unite di quel che si pensi. E le sfide dello sviluppo e delle nuove tecnologie».
M.Cr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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