Bitcoin, debutto record per i future

Martedì 12 Dicembre 2017
Bitcoin, debutto record per i future
CRIPTOVALUTE
NEW YORK Partenza a razzo per i futures dei bitcoin, all'esordio domenica sera sull'indice del Chicago Board Options Exchange. Nelle trattative del pre-listino, il valore di una singola unità della criptovaluta è salito dai 15.000 ai 18.000 dollari (+20%), e ha continuato ad oscillare con l'ampia banda che gli è stata consueta nell'ultimo anno (fino a toccare in giornata quota 18.800). Sbalzi improvvisi in doppia cifra percentuale, che hanno messo a dura prova, con tanto di sistema in tilt, la struttura di un mercato abituato a registrare le variazioni infinitesimali del prezzo del grano e della soia. La CBOE di Chicago applica sospensioni del titolo automatiche; due minuti per una variazione superiore al 10%, cinque minuti per una del 20%. I bitcoin e gli ansiosi investitori che ne inseguono il possesso fanno fatica ad adeguarsi a parametri così stretti, e la compravendita ha subito fin dalle prime ore nuovi scossoni. Questo non le ha impedito di far registrare nuovi record: il prezzo di una singola moneta virtuale è rimasto a 18.000 dollari durante la notte in Asia, e al suono della campana ieri mattina è schizzato verso i 17.800 dollari per i contratti ad un mese, e oltre i 18.000 per quelli a tre mesi. L'euforia per il debutto è accompagnato come sempre dalle aspre critiche dei tanti analisti che considerano la criptovaluta come una bolla creata dall'emotività collettiva e dai sogni impossibili di risparmiatori a digiuno delle più elementare conoscenza dei mercati finanziari.
I DUBBI
L'ultima, coincisa con il lancio sul listino di Chicago, è quella espressa dal Ceo Brian Armstrong, della Coinbase, società americana che opera CoinDesk, uno strumento per la valutazione delle monete. «Gli investimenti sui bitcoin sono ad altissimo rischio», ha ripetuto Armstrong, e chi li effettua deve sapere che potrebbe perdere la totalità dei suoi soldi in tempo breve». E' difficile comunicare un simile messaggio ai giovani nerd dell'I-tech che si sono convertiti all'idea di una valuta senza portafogli negli ultimi anni. Specialmente a chi li ha comperati per meno di 100 dollari quattro anni fa, o addirittura a chi ha investito a meno di un dollaro per bitcoin prima del marzo del 2011, quando i primi listini internazionali hanno aperto all'idea di scambiare valute Fiat, non supportate cioè da riserve tangibili. Non tutti gli osservatori sono pessimisti. C'è chi si augura che l'avvio delle trattative dei futures sul CBOE, e a partire dal 18 di dicembre anche su un secondo listino, quello della Borsa Mercantile di Chicago, possa essere il fattore di moderazione che renderà lo scambio di bitcon più prevedibile e meno volatile. L'apertura delle trattative sull'andamento a termine infatti dovrebbe allentare un po' della pressione sugli acquisti della moneta di nuovo conio, che come si sa è un bene limitato, e che per questo è stata capace di scatenare tanta brama di possesso. Il momento di massimo rischio potrebbe essere proprio quello che stiamo vivendo, quando l'apice delle aspettative corrisponde con segnali di normalizzazione che potrebbero essere fatali alla folle corsa degli ultimi mesi.
Flavio Pompetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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