Pieve di Soligo si rispecchia nella bellezza dei suoi edifici e delle contrade dove il connubio tra l'antico e il moderno appassiona per bellezza e al tempo stesso, per semplicità. Camminando lungo il Soligo ci si lascia trascinare dalla nostalgia dei tempi passati, conquistati dalla vecchia roggia di Borgo Stolfi e dalle storiche ville che ci parlano di una nobiltà discreta e attenta allo sviluppo del paese. Un fiume, il Soligo, ha necessariamente comportato la netta divisione della città nella parte destra del Trevisan e sinistra del Contà, unite dal Ponte del Contenzioso che, come una sorta di Checkpoint Charlie di casa nostra, senza mezzi termini descrive quali fossero fin dal medioevo gli attriti tra le due sponde con la spaccatura in due pievi distinte, che comportarono talvolta fatti di sangue. E poi le frazioni più distanti, a nord Solighetto, gastaldia dei Brandolini, signori dei nove scorpioni, a sud Barbisano, che con il feudo dei Collalto ha condiviso la sua storia. «Pieve di Soligo ha fondato la propria economia su importanti pilastri di lunga tradizione agricola e artigianale», racconta il sindaco Stefano Soldan. «L'acqua, come forza motrice, ha mosso per secoli ruote di mulini, magli e folloni battilana di importanti industrie laniere, della seta e del ferro, a cui si aggiunsero altre realtà, come la cantina sociale e la latteria di Soligo fondata nel 1883, tra le più longeve in Italia. Oggi aziende legate alla produzione del giunco, dei mobili, della meccanica e della gastronomia, rappresentano delle vere eccellenze».
ARTE DI CONTRADA
Numerose sono le attrattive della città. In piazza Vittorio Emanuele II spicca il palazzo Vaccari, sede municipale e per lungo tempo scuola elementare. Poco distante si trova l'ottocentesca Loggia, voluta dai conti Balbi Valier e caratterizzata dal porticato di fronte al quale sorge l'imponente Palazzo Balbi Valier con la corte interna raggiungibile da un antico passo carraio. Di grande interesse le Rogge sulla sponda del fiume Soligo a Borgo Stolfi, dove funzionavano gli opifici per la lavorazione della lana e, oltre il ponte detto del Contezioso, il duomo di Santa Maria Assunta che custodisce una pala di Francesco Da Milano (sec. XVI). A pochi passi si trova il seicentesco Palazzo Morona con cappella privata mentre più a nord si dirama la Cal Santa, una delle più antiche vie del centro segnata dalla Via Crucis che metaforicamente è la Contrada Zauberkraft nelle rime del poeta pievigino Andrea Zanzotto. Proseguendo verso le colline giungiamo a Solighetto dove si trova Villa Brandolini e il seicentesco Maglio Pradella, splendido esempio di archeologia industriale, mentre a Barbisano si segnala Villa Toti Dal Monte, casa della celebre soprano. Pieve di Soligo è anche una meta gettonatissima per il turismo gastronomico. Famoso lo spiedo, il principe delle tavole della pedemontana che a Pieve si manifesta in tutte le sue forme, dall'Accademia dello Spiedo d'Alta Marca al gigante da Guinness che dal 1956 richiama i golosi in piazza centrale. Tutt'attorno un brulicare di ristoranti che offrono la cucina tipica trevigiana, alcuni dei quali sono stati meta di star del cinema e dello spettacolo.
CELEBRITA'
Balbi-Valier, Schiratti, Chisini, Fabbri, il beato Toniolo sono nomi ricorrenti impressi su palazzi e vie di Pieve di Soligo, personaggi che hanno lasciato segni tangibili in città. Tra tutte le celebrità vi sono importanti figure femminili, come Marta Sammartini (1900-1954) una delle poche donne scultrici italiane del XX secolo e la scrittrice Emilia Salvioni (1895-1968). Ma la più famosa per Pieve di Soligo rimane indubbiamente Antonietta Meneghel, in arte Toti Dal Monte (1893-1975). La celebre cantante lirica, che debuttò alla Scala a soli 23 anni, ebbe una carriera sfolgorante nell'ambito nazionale e internazionale, portando il melodramma italiano ai massimi livelli.
IL MITO DI ZANZOTTO
«È un poeta percussivo ma non rumoroso. Il suo metronomo è forse il batticuore», scriveva Montale in una recensione su Andrea Zanzotto negli anni Sessanta, a testimoniare un linguaggio diretto, impenetrabile, a volte difficoltoso da comprendere, ma mai arrogante e al tempo stesso caldo e appassionato, artista capace di adottare intricati latinismi, quanto di passare alla semplicità del dialetto veneto. Ogni angolo di Pieve ricorda il suo grande poeta che qui nacque nel 1921: la casa paterna in Cal Santa, la campagna, l'acqua, le colline, sono il centro di ispirazione per innumerevoli versi dove il paesaggio è tema prevalente. Zanzotto considera il Quartier del Piave una vera opera d'arte, per lui il fiume Soligo scorre in una tenerissima valle, è talmente innamorato della sua terra che i profondi cambiamenti causati dallo sviluppo economico saranno fonte di riflessione per molte sue poesie. Considerato dalla critica tra i più significativi poeti del Novecento, Andrea Zanzotto rimane per Pieve di Soligo il poeta delle colline.
IL PERCORSO PER L'UNESCO
Pieve di Soligo è la perla del Quartier del Piave e grazie alla sua felice posizione baricentrica rispetto alla lunga dorsale delle Colline del Prosecco, rappresenta una delle porte di accesso per svariate escursioni a piedi o in bicicletta. Tra queste vi è una semplice passeggiata che abbraccia argomenti culturali e naturalistici e che, grazie ad una breve variante, si interseca con il Cammino dell'Unesco. Sulla Via dei Troi inizia al Ponte del Contenzioso in centro città entrando all'antica roggia di Borgo Stolfi. Si segue la ciclopedonale che attraversa la passerella sul fiume Soligo per poi raggiungere il Parco del Donatore e al Parco del Soligo. Percorsa una parte di via Aldo Moro, si riprende il sentiero che attraverserà tratti di bosco e passaggi panoramici fino a giungere a Solighetto dove vi è l'antico Maglio Pradella. Superata la provinciale, si aggira la cantina Soligo per poi completare l'itinerario al Ponte degli Artiglieri. Una breve variante permette di intersecare il Cammino dell'Unesco. Tempo di percorrenza: 1h, distanza: 3,2 km.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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ARTE DI CONTRADA
Numerose sono le attrattive della città. In piazza Vittorio Emanuele II spicca il palazzo Vaccari, sede municipale e per lungo tempo scuola elementare. Poco distante si trova l'ottocentesca Loggia, voluta dai conti Balbi Valier e caratterizzata dal porticato di fronte al quale sorge l'imponente Palazzo Balbi Valier con la corte interna raggiungibile da un antico passo carraio. Di grande interesse le Rogge sulla sponda del fiume Soligo a Borgo Stolfi, dove funzionavano gli opifici per la lavorazione della lana e, oltre il ponte detto del Contezioso, il duomo di Santa Maria Assunta che custodisce una pala di Francesco Da Milano (sec. XVI). A pochi passi si trova il seicentesco Palazzo Morona con cappella privata mentre più a nord si dirama la Cal Santa, una delle più antiche vie del centro segnata dalla Via Crucis che metaforicamente è la Contrada Zauberkraft nelle rime del poeta pievigino Andrea Zanzotto. Proseguendo verso le colline giungiamo a Solighetto dove si trova Villa Brandolini e il seicentesco Maglio Pradella, splendido esempio di archeologia industriale, mentre a Barbisano si segnala Villa Toti Dal Monte, casa della celebre soprano. Pieve di Soligo è anche una meta gettonatissima per il turismo gastronomico. Famoso lo spiedo, il principe delle tavole della pedemontana che a Pieve si manifesta in tutte le sue forme, dall'Accademia dello Spiedo d'Alta Marca al gigante da Guinness che dal 1956 richiama i golosi in piazza centrale. Tutt'attorno un brulicare di ristoranti che offrono la cucina tipica trevigiana, alcuni dei quali sono stati meta di star del cinema e dello spettacolo.
CELEBRITA'
Balbi-Valier, Schiratti, Chisini, Fabbri, il beato Toniolo sono nomi ricorrenti impressi su palazzi e vie di Pieve di Soligo, personaggi che hanno lasciato segni tangibili in città. Tra tutte le celebrità vi sono importanti figure femminili, come Marta Sammartini (1900-1954) una delle poche donne scultrici italiane del XX secolo e la scrittrice Emilia Salvioni (1895-1968). Ma la più famosa per Pieve di Soligo rimane indubbiamente Antonietta Meneghel, in arte Toti Dal Monte (1893-1975). La celebre cantante lirica, che debuttò alla Scala a soli 23 anni, ebbe una carriera sfolgorante nell'ambito nazionale e internazionale, portando il melodramma italiano ai massimi livelli.
IL MITO DI ZANZOTTO
«È un poeta percussivo ma non rumoroso. Il suo metronomo è forse il batticuore», scriveva Montale in una recensione su Andrea Zanzotto negli anni Sessanta, a testimoniare un linguaggio diretto, impenetrabile, a volte difficoltoso da comprendere, ma mai arrogante e al tempo stesso caldo e appassionato, artista capace di adottare intricati latinismi, quanto di passare alla semplicità del dialetto veneto. Ogni angolo di Pieve ricorda il suo grande poeta che qui nacque nel 1921: la casa paterna in Cal Santa, la campagna, l'acqua, le colline, sono il centro di ispirazione per innumerevoli versi dove il paesaggio è tema prevalente. Zanzotto considera il Quartier del Piave una vera opera d'arte, per lui il fiume Soligo scorre in una tenerissima valle, è talmente innamorato della sua terra che i profondi cambiamenti causati dallo sviluppo economico saranno fonte di riflessione per molte sue poesie. Considerato dalla critica tra i più significativi poeti del Novecento, Andrea Zanzotto rimane per Pieve di Soligo il poeta delle colline.
IL PERCORSO PER L'UNESCO
Pieve di Soligo è la perla del Quartier del Piave e grazie alla sua felice posizione baricentrica rispetto alla lunga dorsale delle Colline del Prosecco, rappresenta una delle porte di accesso per svariate escursioni a piedi o in bicicletta. Tra queste vi è una semplice passeggiata che abbraccia argomenti culturali e naturalistici e che, grazie ad una breve variante, si interseca con il Cammino dell'Unesco. Sulla Via dei Troi inizia al Ponte del Contenzioso in centro città entrando all'antica roggia di Borgo Stolfi. Si segue la ciclopedonale che attraversa la passerella sul fiume Soligo per poi raggiungere il Parco del Donatore e al Parco del Soligo. Percorsa una parte di via Aldo Moro, si riprende il sentiero che attraverserà tratti di bosco e passaggi panoramici fino a giungere a Solighetto dove vi è l'antico Maglio Pradella. Superata la provinciale, si aggira la cantina Soligo per poi completare l'itinerario al Ponte degli Artiglieri. Una breve variante permette di intersecare il Cammino dell'Unesco. Tempo di percorrenza: 1h, distanza: 3,2 km.
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