LETTERATURA
«L'Alpago? Nel mio nuovo libro, è un personaggio vero e

Venerdì 24 Maggio 2019
LETTERATURA «L'Alpago? Nel mio nuovo libro, è un personaggio vero e
LETTERATURA
«L'Alpago? Nel mio nuovo libro, è un personaggio vero e presente. E lo è al tal punto che l'ho chiamato Valdisasso: un nome di fantasia, come fosse una persona cara». E allora, benvenuti a Valdisasso. Benvenuti nel mondo ritratto dallo scrittore alpagoto Antonio G. Bortoluzzi: un mondo di fabbriche e montagne, di avventura e amore, di fatica e speranze, di sogni. E di vita. Un mondo che definisce il romanzo Come si fanno le cose, edito da Marsilio e fresco di stampa.
DOMANI PRESENTAZIONE A FARRA
Tanto che verrà presentato per la prima volta domani sera, alle ore 20.30, nella sala parrocchiale di Farra d'Alpago. L'incontro sarà moderato dalla vice sindaca Vanessa De Francesch, le letture saranno a cura di Sonia Vazza, l'intrattenimento musicale di Valentina De March. E interverranno Chiara Valerio e Claudio Panzavolta: responsabile narrativa ed editor della Marsilio.
PAROLA ALL'AUTORE
«Mi piace scrivere storie - afferma l'autore, vincitore del Premio Gambrinus Giuseppe Mazzotti, nel 2017 -. In passato ho raccontato il Novecento delle genti e dei paesi di montagna, oltre al lavoro contadino, che oggi ha un grande fascino. Ecco, mi sono detto, forse ora bisognerebbe raccontare gli operai, i lavoratori delle fabbriche, prima che scompaiano del tutto. Com'è toccato ai contadini del secolo scorso».
Un accenno alla trama?
«È la storia di due uomini battuti dalla vita e dai tanti anni trascorsi in fabbrica. Ma hanno ancora due cose per cui vale la pena andare avanti: la l'amicizia e il desiderio, a 50 anni, di cambiare tutto. Il loro sogno si chiama Monteparadiso ed è un agriturismo a mille metri d'altezza in un luogo bellissimo: la piana del Cansiglio. Vogliono così tanto riscattare le loro vite, che per farlo sono disposti a rubare».
Dopo Cronaca dalla valle, Vita e morte della montagna e Paesi alti, è una sorta di chiusura del cerchio?
«I tre libri precedenti sono stati definiti la trilogia della montagna. E in questo mi sono riconosciuto. Ora mi piacerebbe provare a raccontare cosa accade intorno a noi oggi: i nostri luoghi, le nostre vite e come i sogni stanno cambiando. Ecco perché considero Come si fanno le cose un nuovo inizio».
Fonti di ispirazione?
«Mi sono sentito molto vicino a La vita agra di Luciano Bianciardi per la disperazione esistenziale e politica, la visionarietà, la pagina vigorosa. E poi a Primo Levi de La chiave a stella: la sua è la scrittura precisa, pulita, perfino etica, di chi ama le cose, le vuole conoscere e condividere. Quest'anno è il centenario della sua nascita. Tutti gli dobbiamo un abbraccio, un ricordo. E leggerlo è un buon modo per ridargli vita».
Dediche o ringraziamenti particolari?
«A chi prova a farcela ogni giorno, da mattina a sera e anche nelle notti buie. Questa è una dedica cui tengo molto. E racchiude le prime parole del romanzo».
Marco D'Incà
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