Veneto, obiettivo 2030: solo 75 chili di rifiuti a testa annui da buttare

Sabato 19 Giugno 2021
LA PROGRAMMAZIONE
VENEZIA «Rifiuti zero? Se ci insegnano come, ben volentieri». Gianpaolo Bottacin, assessore all'Ambiente della Regione del Veneto, dice che gli piacerebbe eliminare del tutto la produzione di rifiuti, ma puntualizza anche che, al momento, è un obiettivo impossibile da raggiungere. «Possiamo impegnarci per ridurre i rifiuti, questo sì, e l'obiettivo che abbiamo dato ad Arpav in vista del nuovo Piano dei rifiuti 2030 è ambizioso: scendere dagli attuali 471 chili annui pro capite a 400. Anche se a me piacerebbe che il calo fosse ancora più netto, fino a 375». Perché con 375 chili annui di immondizia prodotti da ciascun veneto, la conseguenza sarebbe storica: non servirebbero più le discariche perché la stragrande maggioranza degli scarti verrebbe recuperata. E non si dovrebbero aprire nuovi termovalorizzatori: «Quello vicentino di Schio e quello di Padova basterebbero».
L'INCARICO
Sul numero di ieri Bur, il Bollettino ufficiale della Regione del Veneto, è stata pubblicata la delibera della giunta di Luca Zaia con cui si demanda all'agenzia Arpav una serie di approfondimenti scientifici in materia di economia circolare funzionali alla revisione del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali. L'attuale piano risale al 2015 e ora deve essere adattato ai nuovi e più stringenti obiettivi fissati a livello comunitario. «Ma molti risultati - dice Bottacin - in Veneto li abbiamo già raggiunti, se si pensa che abbiamo un indice di riciclaggio pari al 68% che è già superiore agli obiettivi stabiliti dalla nuova normativa per il 2035». Nel 2019 in Veneto si è raggiunta quota 74,7% quanto a raccolta differenziata dei rifiuti e l'obiettivo per il 2020 era di arrivare al 76%: «Non abbiamo ancora i dati consolidati del 2020, Arpav li sta raccogliendo, ma dovremmo esserci», dice l'assessore all'Ambiente. Che in vista della redazione del nuovo Piano dei rifiuti 2030 (affidato appunto ad Arpav per una spesa di 50mila euro), ha fissato gli obiettivi da perseguire: «Primo: la raccolta differenziata deve arrivare all'80 per cento. Secondo: bisogna ulteriormente ridurre la produzione di immondizie». Di quanto? «Nel 2019 ogni veneto ha prodotto in media 471 chili di rifiuti annui di immondizia di cui, tolto il 74,7% recuperato, 119 chili sono finiti nel termovalorizzatore. Per il 2030 vorremmo scendere a 400 chili pro capite, anche se io auspicherei che si calasse a 375 chili. Se così fosse, avremmo solo 75 chili da conferire nel termovalorizzatore. Chiaro che, con queste cifre, non servirebbe costruire nuovi impianti, i due di Schio e di Padova sarebbero sufficienti e, soprattutto, non ci servirebbero neanche più le discariche».
IL CAMBIO
Ma qual è il nuovo passo da compiere visto che già ora i veneti sono cittadini coscienziosi nella raccolta differenziata? Per l'assessore Bottacin ce n'è uno solo: «Guardare più al contenuto che al contenitore. È un discorso che riguarda le aziende, il packaging, ma per questo servono il sostegno e la collaborazione di Confindustria e del Governo nazionale. Ma un segnale può arrivare anche dai singoli cittadini scegliendo prodotti senza imballaggio, un po' come si era iniziato con i detersivi».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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