Statali, l'apertura del governo non basta ai sindacati: «I fondi vanno raddoppiati»

Lunedì 14 Ottobre 2019
IL FOCUS
ROMA Il governo è pronto a spendere 2,7 miliardi di euro per il rinnovo del contratto degli statali, ma per soddisfare le richieste dei sindacati, sul piede di guerra, ne servono altri 2,8. Mancano all'appello circa 800 milioni di euro per garantire un aumento dello stipendio perlomeno in linea con il contratto 2016-2018, più altri 2 miliardi per la riforma dell'ordinamento e il nuovo sistema di classificazione.
LA CONVOCAZIONE
Domani le sigle sono state convocate dalla ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone: nel corso dell'incontro i rappresentanti dei 3 milioni di dipendenti delle amministrazioni pubbliche coinvolti dalla negoziazione, per i quali si prospetta al momento un aumento in busta paga di 80 euro lordi mensili, ne approfitteranno per rimarcare le distanze che rimangono da colmare per giungere a un accordo. «Per chiudere la trattativa sul rinnovo dei contratti pubblici sono necessari 3,5 miliardi di euro, che salgono a 5,5 miliardi con la riforma dell'ordinamento professionale e del sistema di classificazione del personale. O il governo farà un ulteriore passo avanti o non vedo come si possa arrivare a un accordo nel 2020 come previsto dalla Nota di aggiornamento al Def», spiega al Messaggero il segretario Cisl Fp, Maurizio Petriccioli. L'ultima legge di Bilancio ha stanziato 1,1 miliardi di euro per gli statali nel 2019, che salgono a 1,4 miliardi nel 2020, per arrivare a regime a 1,775 miliardi nel 2021. Per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici 2019-2021, il governo ora è pronto a inserire in manovra uno stanziamento extra di 1 miliardo di euro suddiviso in due tranche (una parte nel 2020 e l'altra nel 2021). In questo modo le risorse complessive salirebbero a 2,7 miliardi di euro, sufficienti a garantire un aumento di 80 euro lordi mensili per ognuno dei circa 3 milioni di lavoratori coinvolti. Ma, come è stato fatto notare dai sindacati, l'aumento non potrà essere inferiore a quello ottenuto con il precedente contratto, relativo al triennio 2016-2018, e pari a 85 euro lordi. Dagli 80 euro lordi, tuttavia, vanno comunque decurtati i 20 euro per l'indennità di vacanza contrattuale e altri 20 euro circa destinati all'elemento perequativo, una sorta di bonus garantito dall'ultimo rinnovo del contratto a tutti gli statali che hanno una retribuzione inferiore a una determinata soglia, ragion per cui l'aumento reale prospettato ai lavoratori sarebbe inferiore.
Rispetto a quanto scritto nella Nadef, dove è previsto un incremento degli stipendi degli statali dell'1,95%, corrispondente a un aumento di circa 50 euro lordi al mese, e dunque di 10 euro effettivi, a ogni modo si registrano progressi. Anche se non ancora sufficienti a non far rimpiangere il contratto 2016-2018, che ha prodotto aumenti del 3,48%. La segretaria generale Fp Cgil Serena Sorrentino va dritta al punto: «Registriamo un primo risultato, visto che il governo ha recepito che ci vogliono più risorse per i rinnovi dei contratti, ma quanto alle cifre siamo lontani. Abbiamo rinnovato un contratto dopo 10 anni garantendo aumenti medi di 85 euro nel 16/18, ora quello che chiediamo non è semplicemente salario ma risorse adeguate a raggiungere due obiettivi: aumentare le retribuzioni medie e finanziare il nuovo sistema di classificazione. In poche parole, le risorse previste nella Nadef vanno triplicate».
Francesco Bisozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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