Positivi che si nascondono In Veneto 783 in un anno `

Sabato 21 Agosto 2021
IL CASO
ROMA C'è chi fornisce il numero di telefono falso, chi si inventa un indirizzo, chi semplicemente non risponde. Sono gli irreperibili, persone risultate positive al test rapido del coronavirus e che devono sottoporsi alla verifica del tampone molecolare. Solo che non tutti lo fanno. I casi dei positivi irreperibili che dopo il tampone rapido staccano il cellulare per sfuggire all'isolamento (e spesso per salvare le vacanze), allarmano le Regioni. E si moltiplicano, dal Lazio alla Puglia, dalla Campania all'Emilia Romagna e al Veneto. Tanto che in alcune Regioni si è deciso di far partire le denunce.
TELEFONO MUTO
«In Veneto nel periodo compreso tra l'ottobre 2020 e l'agosto 2021 - riferisce la dottoressa Francesca Russo, responsabile della Direzione Prevenzione della Regione - sono stati classificati come non reperibili un totale di 783 soggetti. Indicativamente si può stimare un irreperibile ogni 560 soggetti positivi». I non reperibili - spiega Russo - sono classificati come coloro che non rispondono ripetutamente in giorni diversi al contatto con il Sisp, il Servizio di igiene e sanità pubblica che si occupa del tracciamento dei positivi.
Attualmente in Veneto le persone risultate positive al Covid sono 12.664. Il punto è che gli irreperibili non solo non si fanno il tampone molecolare dopo il test positivo, ma neanche forniscono i nominativi degli amici, dei familiari, dei colleghi di lavoro con cui hanno avuto contatti. Così la circolazione del virus, anziché interrompersi, viene alimentata. Tanti o pochi i 783 non reperibili del Veneto? «Sicuramente all'interno c'è una quota di stranieri - spiega l'assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin -. Un non reperibile ogni 560 contagiati è un numero tutto sommato contenuto, ma i nostri uffici hanno comunque il mandato di chiamare tutti. Anche se qualcuno non risponde, magari per disattenzione o volontariamente, i nostri Sisp devono continuare a chiamarli».
CARTE BOLLATE
A Roma le segnalazioni sono oltre 250 da inizio agosto. Chi governa la sanità regionale ha dato un input chiaro agli esperti del tracciamento: denunciate. «Chi è consapevole di essere positivo e si sottrae alla quarantena va incontro a un rischio penale - ha detto Alessio D'Amato, l'assessore alla Sanità del Lazio -. Omettere i dati nella consapevolezza di essere positivi significa avvantaggiare il virus e questo sicuramente può dare adito a una colposità». Ai microfoni della Rai, il braccio destro di Zingaretti ha spiegato che quello degli infetti irrintracciabili «è un fenomeno che ci preoccupa perché rende difficile il contact tracing, fondamentale per ridurre i contagi».
Spiega il governatore dell'Abruzzo, Marco Marsilio: «Violare l'isolamento da contagiati è un atto estremamente grave, per questo da parte delle nostre Asl c'è la massima severità, ogni caso è stato denunciato alle forze dell'ordine e sarà così in futuro». L'Asl dell'Aquila ha già spedito 2 segnalazioni alla Questura. «Ma dopo l'intervento della Polizia, in genere queste persone collaborano», ha raccontato il direttore dell'unità di Epidemiologia dell'Asl Abruzzo 1, Enrico Giansante.
Chi viola la quarantena rischia una sanzione amministrativa, che va dai 400 ai 3mila euro. Ma l'assessore alla Sanità della Puglia, Pier Luigi Lopalco, ipotizza «il reato di epidemia colposa, perché se non si rispetta l'isolamento, sapendo di essere positivi, c'è un articolo apposito del codice penale». Solo nel Salento, l'azienda sanitaria locale ha denunciato 20 positivi-fantasma in queste settimane.
Lorenzo De Cicco
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci