«Picco ad aprile? Lo sanno i cinesi»

Mercoledì 29 Gennaio 2020
«Picco ad aprile? Lo sanno i cinesi»
L'entità della diffusione del coronavirus non è ancora chiara. Di sicuro, in Italia «noi siamo pronti ad affrontare un'eventuale epidemia autoctona», dichiara Marcello Tavio, presidente della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali), che già dalla scorsa settimana ha attivato una specifica unità di crisi.
Secondo il team guidato dal preside della facoltà di medicina dell'Hong Kong University, Gabriel Leung, tra fine aprile e maggio in Cina ci sarà il picco dell'epidemia. Come se lo spiega?
«Noi in Occidente possiamo contare soltanto sui dati dell'Oms. Questi numeri non ci permettono di fare previsioni né a breve, né a lungo termine. Soltanto le autorità cinesi hanno il polso della situazione. Probabilmente, anche loro si stanno rendendo conto solo ora delle reali proporzioni dell'epidemia. Se fossero stime corrette, sarebbe sicuramente una epidemia fuori controllo da parte delle autorità. Cominciata e lasciata senza controllo mesi fa. Il che significa che molti Paesi potrebbero essere raggiunti da malati in grado di trasmettere il virus».
C'è il pericolo, dunque, che molte persone, magari ignare di essere infettate, lo trasmettano ad altri?
«Il problema delle persone infette asintomatiche, per quello che si sa, è che possono ammalarsi. Nel momento in cui si ammaleranno, potrebbero trasmettere il virus. Non è ancora chiaro invece se le persone asintomatiche possono trasmettere l'infezione. In realtà, sarebbe piuttosto inusuale».
Ma in Italia c'è il pericolo che questa epidemia si diffonda?
«L'Italia è a rischio come tutto il mondo, in caso di pandemia, ovvero di epidemia generalizzata».
Graziella Melina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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