Oggi alla libreria Ubik di via Poerio a Mestre, alle 18.30, anteprima nazionale

Giovedì 2 Dicembre 2021
Oggi alla libreria Ubik di via Poerio a Mestre, alle 18.30, anteprima nazionale del libro di Maurizio Dianese Bravi Fioi, presentato da Gianfranco Bettin. Bravi Fioi è un racconto avvincente sulle peggiori trame della storia repubblicana, dal delitto Scopelliti al pentimento di Scarantino, alternato a storie inedite sulla malavita veneziana, tornata agli onori delle cronache proprio in queste ore. A pagina 77 dei Bravi Fioi si raccontano i retroscena dell'omicidio di Antonino Scopelliti.

Ecco che una mattina di maggio del 1991, nel palazzaccio della Cassazione, in mezzo al solito andirivieni di avvocati, si erano infilati anche il bidoniere e l'uomo di Riina. Giacca e cravatta, entrambi con una borsa, passavano inosservati. Potevano essere le 10 e il cancelliere amico doveva aver già fatto il suo lavoro, convincendo il segretario di Scopelliti ad uscire: «Vieni a prendere un caffè con me o il dottore è in stanza?»
«No, non te l'avevo già detto che oggi non c'è per tutta la mattinata? Vengo volentieri, ho voglia di prendere una boccata d'aria e uscire da questo inferno. Sto lavorando sulle carte del dottore da due giorni per mettere ordine, guarda qua come sono preso» - aveva detto indicando i faldoni processuali accatastati per terra, uno sopra l'altro a formare un muro di carta.
«Andiamo, dai».
«Aspetta che chiudo».
«Ma che chiudi a fare, chi vuoi che entri?».
«Almeno chiudo l'ufficio del dottor Scopelliti, non si sa mai».
I due avevano preso il corridoio dalla parte che portava alle scale e agli ascensori, mentre alle loro spalle un altro cancelliere prendeva posto nell'anticamera di Scopelliti. Dopo una decina di minuti erano arrivati il bidoniere e l'uomo di Riina. Il bidoniere aveva bussato e, una volta ricevuto l'avanti!, era entrato, assieme all'uomo che Totò Riina aveva incaricato di seguire passo passo la delicata transazione. «Buongiorno, sono l'avvocato Prosdocimi, questo è il mio cliente, cerco il dottor Scopelliti.»
«Buongiorno. Guardi avvocato, mi spiace, ma il dottor Scopelliti è all'hotel Majestic per un convegno che dura due giorni, dovreste trovarlo lì se avete bisogno di parlargli. Lo avverto?» - e aveva preso in mano la cornetta del telefono.
Il bidoniere aveva risposto che no, che non serviva disturbare il dottore e che sarebbero eventualmente andati di persona all'albergo. Usciti dal palazzo della Cassazione, i due avevano preso un taxi e si erano presentati al Majestic di via Veneto, dove avevano chiesto del dottor Antonino Scopelliti. Ed effettivamente un Antonino Scopelliti si era registrato ed aveva preso una camera presentando una carta d'identità falsa intestata al giudice. Il portiere aveva fatto il numero di telefono della stanza che risultava essere occupata dal magistrato ed ecco che poco dopo si era presentato. «Sono il dottor Scopelliti». (...) Il finto avvocato, ma vero bidoniere, aveva trattato il giudice in modo confidenziale, ma deferente, poi si erano appartati e avevano parlato fitto per una decina di minuti. Il tutto era avvenuto sotto gli occhi dell'uomo di Totò Riina, il quale si era portato dietro una valigetta con 2 miliardi di lire in contanti: l'anticipo dei 5 miliardi.
Il colloquio tra il bidoniere e il finto Scopelliti si era concluso con un «Allora, siamo d'accordo, dottore», detto a voce alta, che pareva siglare il pactum sceleris visto che i due si erano lasciati stringendosi la mano.
E a quel punto, l'uomo di Totò Riina, senza nulla sospettare, aveva versato l'acconto. Il bidoniere aveva incassato i 2 miliardi di lire e la sceneggiata si era conclusa con una stretta di mano.
«Totò Riina a quel punto era sicuro di aver speso bene i suoi soldi, salvo scoprire poco dopo, parlando con i suoi avvocati, che invece era stato preso in giro e che Scopelliti stava lavorando a rigettare tutti i motivi di Appello presentati dai suoi legali. Non chiedermi come lo sapeva, ma lo sapeva. Mi segui, Filippo? Riina ordina l'omicidio di Scopelliti perché dà per scontato che sia stato il vero Antonino Scopelliti a tradire e non può certo pensare di essere finito dentro il bidone alla veneziana».
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